Riflessioni tratte dal libro il Ciabot "PRACHIORS" di Daniele D. B.
Daniele D. B.
E allora bisogna cambiare...
«Quando l'economia uccide, bisogna cambiare.
Quando il debito estero dei paesi del Sud diventa impagabile e affama la gente, bisogna cambiare.
Quando la terra di tutti è latifondo di pochi, bisogna cambiare.
Quando la città diventa favela, barriada, baraccopoli, bisogna cambiare.
Quando l'economia del massimo profitto a qualsiasi costo sacrifica la vita umana e minaccia la vita della natura, bisogna cambiare.
Quando il sistema capitalista è profitto di pochi e fame di molti, bisogna cambiare. Quando il commercio internazionale è regolato da rapporti iniqui, bisogna cambiare.
Quando il Nord diventa sempre più ricco a scapito del Sud sempre più povero, bisogna cambiare.
Quando 13 milioni di bambini ogni anno muoiono di fame, bisogna cambiare.
Quando la luce, l'acqua, la casa, la scuola, il lavoro sono negati a molti, bisogna cambiare.
Quando il nostro benessere è il loro malessere, bisogna cambiare.
Quando i mass-media e la propaganda ci trasformano in robot e stupidi consumisti, bisogna cambiare.
Quando l'avere, il possedere, il dominare cambia l'illecito in lecito, l'illegale in legale,
bisogna cambiare.
Quando tutto è denaro, tutto si compra, tutto diventa una grande "tangentopoli", bisogna cambiare.
Quando l'avere ci ruba l'essere, il consumare ci impedisce la sobrietà, la moda ci priva della nostra identità e ci massifica, bisogna cambiare.
Quando l'altro lo temo come un concorrente; quando l'arrangiarsi rompe la solidarietà; quando lo straniero non trova ospitalità, bisogna cambiare".
"Il lavoro non è merce da contrattare.
La donna non è merce da sfruttare.
Il minore non è merce da sottopagare.
Il migrante non è merce da schiavizzare.
Il lavoro è la persona.
L'indio è cittadino del mondo e non razza da estinguere.
La merce è da contrattare, la tecnica è da diffondere.
Il guadagno-profitto è da distribuire equamente.
Sulla proprietà privata pesa una ipoteca sociale.
I beni della terra sono per tutti.
Il bene comune ci accomuna tutti".