PANE E LATINO Nel ricordo di Don Bosco
Osvaldo Tosoni - Montichiari (BS)
Il 31 gennaio la Chiesa ha celebrato la festa di Don Bosco, patrono degli Oratori, e nella parrocchia di Montichiari lo si è ricordato con la proiezione del recentissimo film dedicato alla sua vita. Anche un ex-allievo dei Salesiani ha voluto inviarci un suo personale ricordo.
È da poco terminato l'anno dedicato a Don Bosco. Io mi domando come si può dimenticare di essere stato un salesiano. Ma importante non è solo essere stati salesiani, ma esserlo per tutta la vita. E un marchio stampato che ti resta per tutta la vita e che non si cancella neanche se si diventa marxisti, atei o nikilisti.
Ho fatto di tutto per cancellarmelo di dosso ma è stato impossibile. Leggete come ad un piccolo transfuga, dopo che ha loro rubato pane e latino, essi augurano di passare la vita futura:
"Perché Cristo e suoi Santi che attraverso queste pagine, parlano e insegnano, soffrono e godono, muoiono e trionfano, ti accompagnino sempre, dolci come la speranza del Cielo, cari come il ricordo materno.
I tuoi compagni di 4.a ginnasiale offrono beneaugurando.
Ascensione 1939".
Non mi sento colpevole perché in quegli anni bui solo i figli dei ricchi potevano studiare. Come arrivai a S. Bernardino è storia che non interessa. Ma San Bernardino, posto all'altro lato della provincia, è un ex Convento dei benedettini, acquistato pochi anni prima dai seguaci di S. Francesco di Sales da cui prende nome la Congregazione dei Salesiani.
Destino.
Importante è che da quei chiostri medioevali uscirono ufficiali di un esercito di ventimila missionari, educatori, professori e un successore di Don Bosco. Oggi quel "generale" comanda ventimila soldati di pace sparsi per tutto il mondo. E non era che un povero diavolo come me, che ha scarabocchiato il banco col suo nome e su cui anch'io ho lasciato il mio.
Ma torniamo al San Bernardino. Non lo rivedrò più perche non è più la fabbrica degli ufficiali di questo esercito di grandi educatori, ma un oratorio come tanti altri. I tempi sono cambiati. Non c'è più bisogno di rubare pane e latino. Tutti oggi ne possono mangiare a sazietà. Ma si può dimenticare di essere stati in questo esercito? Devo sempre rispondere no; anche se si è un "disertore" di quell'esercito magnifico. A proposito di pane e latino di cui ci si nutriva al San Bernardino, perché di carne non se ne parlava (la retta non bastava):
"bambini, - disse raggiante un giorno il Direttore -
avrete un bel po' pane fresco perché Don Bosco ha fatto il miracolo di trovare persone buone".
Mi viene alla mente una famosa intervista televisiva di Enzo Biagi alle grandi famiglie in Dinasty: l' "Avvocato" si vantava dell'amicizia di Don Bosco con il suo grande nonno, quello della Fiat. Forse quello scocciatore di Prete (con la P. maiuscola) sarà andato a chiedere "pane" per i ragazzi poveri di Torino. Ma bravo Avvocato! Allora grazie, perché anch'io ho mangiato di quel pane. E com'era buono! Condito con tanto latino, greco, storia..., senza carne purtroppo (solo nelle feste grandi).
Non era certo Cambridge o Oxford o il College di Harvard, ma assicuro era un buon collegio, non per capitani di industria ma per Vocazioni Ecclesiastiche (con la V. maiuscola), tant'è che perfino in Africa, al tempo dell'ex impero del Duce, ne sentirono parlare e si vollero informare sulla carta geografica dove era "sto San Bernardino", dove si faceva pane così buono, condito con tanto latino e greco: quanto era buono quel pane e latino.
Era pane di Don Bosco!