25/06/2012La devozione delle Tre Ave Maria
Carlo G. - Roma
1 - Introduzione Fra le varie forme di pietà popolare va ricordata, per la sua forma semplice e generale, la pia pratica delle "Tre Ave Maria", che si ritiene rivelata dalla stessa SS. Vergine a S. Matilde di Hackeborn, mistica tedesca vissuta nel sec. XIII, tra il 1241 e il 1299.
Questa pratica è stata propagandata soprattutto dall'Arciconfraternita delle "Tre Ave Maria", riconosciuta dal Papa Benedetto XV e arricchita di molte indulgenze nell'anno 1921.
Senza entrare nel merito dell'autenticità delle visioni e delle rivelazioni, ben sappiamo che esse non sostituiscono la fede, ma la mettono in luce e la pongono come pietra di paragone per riconoscere e distinguere ciò che vi si manifesta. Siamo anche consapevoli che la devozione alla Vergine, subordinata e in comunione con quella verso il Salvatore divino, ha una grande efficacia pastorale e costituisce una forza rinnovatrice dei costumi cristiani. La pia pratica delle "Tre Ave Maria", vista alla luce degli insegnamenti della Chiesa, può essere un valido aiuto per l'esercizio e il progresso della vita cristiana.
2 - S. Matilde di Hackerborn Matilde dei conti di Hackeborn, nacque nel 1241 presso Eisleben in Sassonia. Ancora giovanissima raggiunse la sorella Gertrude nel convento di Rodersdorf e la seguì in seguito anche nel convento di Helfta dove venne eletta e rimase abbadessa per quarant'anni. Gertrude, convinta della necessità di una solida cultura al fine di assimilare meglio la S. Scrittura e ravvivare l'ardore religioso delle monache nella vita claustrale, aprì nel convento una fiorente scuola in cui veniva svolto un regolare corso di studi che comprendeva oltre alle scienze sacre anche quelle umanistiche. La direzione di questa scuola fu affidata da Gertrude alla sorella Matilde che si dedicò con grande entusiasmo a questo lavoro. Nello stesso tempo ricopriva l'incarico di prima cantora del coro monastico, cioè maestra del canto sacro. Per quasi tutta la sua vita Matilde si dedicò esclusivamente a queste attività. Nel 1261 ebbe tra le sue allieve anche S. Gertrude la Grande, una delle stelle del monachesimo, favorita dal Signore di insigni e abbondanti grazie mistiche. Tra le due si stabilì una santa e spirituale amicizia ed entrambe si proposero di rivelare, comunicare e far gustare agli uomini il tesoro di amore e di grazia racchiuso nel cuore divino di Gesù. Le esperienze mistiche di Matilde furono assiduamente notate e raccolte per iniziativa della stessa Gertrude e delle altre allieve. La raccolta data alle stampe con il titolo di "Liber specialis gratiae" ebbe una larghissima diffusione. La santa morì nel monastero di Helfta il 19 novembre 1299, all'età di 58 anni. La sua tomba, insieme a quella di S. Gertrude, è custodita dalle rovine dello stesso monastero andato distrutto per vicende di guerra nel 1342.
3 - Origine e natura della devozione 1. ORIGINE DELLA DEVOZIONE L'origine della pia pratica delle Tre Ave Maria, si può rintracciare nel bisogno di Matilde di sperimentare una morte messaggera di salvezza, di redenzione e non di condanna. La santa monaca infatti meditava spesso sul mistero della morte e implorava dalla Vergine un soccorso particolare, un aiuto peculiare nel punto della sua dipartita. S. Matilde desiderava assicurarsi la protezione della Madre di Dio per poter valorizzare spiritualmente anche il supremo attimo del trapasso mediante un sereno, totale e fiducioso abbandono a Dio. Nel timore della morte, Matilde voleva che il grande passaggio fosse nient'altro che un ultimo atto di amore, così intenso, da diventare il principio della vita eterna. Nelle sue preghiere Gertrude scongiurava perciò la Vergine di non abbandonarla in punto di morte, ma di esserle valida protettrice nell'istante in cui si decidono le sorti dell'anima. Apparendo alla sua figlia prediletta, Maria la rassicura e le conferma che farà tutto quello che lei chiede, in cambio della recita delle Tre Ave Maria: "Si, farò sicuramente tutto quello che tu mi domandi, figlia mia, però ti chiedo che ogni giorno tu mi reciti tre Ave Maria".
2. NATURA DELLA DEVOZIONE
La struttura essenziale di questa semplice devozione mariana è la recita di Tre Ave Maria con un determinato obiettivo, con un preciso scopo indicato dalla Vergine. Due sono gli elementi costitutivi che concorrono alla definizione specifica di questa devozione, differenziandola da ogni altra:
- Il primo fattore consiste nella recita giornaliera di Tre Ave Maria;
- Il secondo fattore è quello di associare alla recita l'intenzione di onorare la SS. Trinità. Con la prima Ave si onora il Padre che colmò Maria di ogni grazia e la rese la potente madre degli uomini; con la seconda Ave si onora il Figlio che, incarnandosi nel suo seno, la rese il tempio di Dio arricchendola di grazia e di santità; con la terza Ave si onora lo Spirito Santo che colmò la Vergine con la pienezza del suo amore.
La pia pratica possiede perciò una singolare specificità mirata a esaltare la SS. Trinità che ha operato in Maria meraviglie di grazia e di amore.
4 - La "Grande promessa" e le obiezioni 1. LA PROMESSA DELLA VERGINE La Madre di Dio ha rivelato a S. Matilde le promesse legate alla recita delle Tre Ave Maria. Infatti ha assunto l'impegno di offrirle tre specifici soccorsi in punto di morte, con la connessa assicurazione di un sereno e felice passaggio alla vita eterna, cioè della salvezza dell'anima.
- Il primo soccorso è costituito dall'assistenza diretta e potente di Maria nel momento della morte: Ella sarà presente in modo percepibile per dare conforto e per allontanare ogni forza diabolica e nociva;
- Il secondo soccorso è dato da una particolare illuminazione dell'anima per salvaguardare l'integrità della fede;
- Il terzo soccorso consiste nell'addolcimento dell'amarezza della morte con l'effusione della soavità del divino amore che prevarrà su ogni cosa e farà si che l'amarezza della morte si tramuti in una realtà soavissima in forza dell'amore di Dio.
2.ALCUNE OBIEZIONI Questa devozione mariana popolare potrebbe essere esposta a delle obiezioni:
- Si potrebbe pensare che sia superflua una pratica così facile, considerando che già esistono pie devozioni in onore della Vergine, che contengono la recita di alcune Ave Maria, come l'Angelus e il Rosario e che sono non meno efficaci e consoliate nella tradizione cristiana. Il realtà la pratica delle Tre Ave Maria ha una sua struttura formale che la contraddistingue dalle altre. Infatti, mentre l'Angelus è ordinato alla celebrazione del Mistero dell'Incarnazione e il S. Rosario alla Salvezza, la devozione delle Tre Ave Maria è diretta ad onorare la Santa Trinità che ha operato grandi cose in Maria e produce specifici effetti nell'anima in punto di morte.
- Altra possibile obiezione è quella sulla sproporzione tra la piccolezza della devozione e l'abbondanza di grandi e incredibili grazie concesse per mezzo di essa. Non si può commisurare con la piccolezza della devozione la grandezza della misericordia di Dio che, per salvarci, supera ogni immaginabile barriera. Fondamento di questa devozione è l'amore di Dio per noi e l'opera materna di Maria che tutti vuole condurre alla salvezza. Per questo fine nulla è piccolezza agli occhi di Dio, ma tutto è utile se ci conduce a Lui per sempre.
- Una terza obiezione può essere mossa nei confronti di chi pratica questa devozione. Egli potrebbe pensare essere sufficiente la pia pratica per raggiungere la salvezza eterna. E' chiaro che lo scopo di questa devozione non è quello di garantirci un passaporto per la vita eterna, ma è quello di guidarci giorno dopo giorno ad accogliere il dono di Maria in noi e cioè a vivere sempre più cristianamente la nostra vita, per non giungere impreparati al suo grande momento finale.
5 - Posizione del Magistero Il Magistero della Chiesa ha ufficialmente approvato questa pia pratica mariana, arricchendola di privilegi e indulgenze. Il papa Benedetto XV dichiara la sua gioia nell'essere informato "che nella città di Blois, nella cappella dedicata alla Beatissima Vergine, è stata istituita una pia Associazione o Confraternita con il titolo delle Tre Ave Maria per onorare la potenza, la saggezza e la misericordia della Madre di Dio". Sullo stesso argomento il papa continua: "Padre Clodoveo, direttore attuale di questa Associazione, ci ha chiesto e umilmente pregato di degnarci di innalzare tale Associazione al rango di Primaria o Arciconfraternita. Le sue richieste erano approvate caldeggiate da molti vescovi e Arcivescovi e perfino Cardinali della Santa Chiesa Romana. Volentieri e con tutto il cuore abbiamo reputato che convenisse esaudire questi desideri".
Varie sono le Associazioni che hanno chiesto di essere aggregate a quella Primaria di Blois. Anche in Italia nel 1931, su richiesta del vescovo Mons. Giovanni Batignani, la Confraternita delle Tre Ave Maria che ha sede a Montepulciano nella Chiesa del SS. nome di Gesù, ha ottenuto l'aggregazione all'Arciconfraternita di Blois. Nel 1943 la Chiesa del Gesù, dal vescovo Giorgi, fu eretta a Santuario delle Tre Ave Maria per perseguire un duplice obiettivo: promozione della devozione alla Vergine; diffusione dell'Apostolato delle vocazioni sacerdotali.
Anche papa Giovanni XXIII, nel maggio del 1959, concesse la benedizione apostolica "a quanti collaborano all'opera della propagazione tra il popolo cristiano del culto e dell'amore alla Madre di Dio mediante la semplice pratica in suo onore delle Tre Ave Maria".
Dal libro di G. Pasquali, Una chiave del Paradiso. Le tre Ave Maria, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1987.