Nome: ABRAMO
Padre dei credenti, originariamente si chiamava Abram (Gn 17,5). Il suo nome fu cambiato in Abramo quando lasciò la sua casa a Ur in Caldea e si stabilì in Palestina. Infatti, era usanza degli Ebrei cambiare nome quando interveniva un cambiamento importante nella propria vita. Abramo ebbe fede nelle promesse che Dio gli fece quand’era ancora a Ur: intraprese un lungo viaggio verso una terra sconosciuta, che Dio gli aveva promesso; qui, nella terra di Canaan condusse una vita di pastore nomade e attese a lungo la nascita del figlio promesso: Isacco; credette che Dio gli avrebbe dato una numerosa discendenza anche quando gli chiese di sacrificare il proprio figlio Isacco.
Da un altro figlio, Ismaele, avuto da una schiava, discesero i popoli arabi. E così Ebrei, Arabi e Cristiani considerano Abramo come loro padre. Gli Ebrei, in segno di rispetto, per molti secoli non usarono il nome di Abramo. Nel Giubileo del 2000 il Papa Giovanni Paolo II ha espresso l’ardente desiderio di: “ripercorrere le tracce della storia della salvezza nella terra in cui essa si è sviluppata”. “Abramo è anche per noi il padre nella fede”. Di lui Cristo disse: “Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno: lo vide e se ne rallegrò” (Gv 8,56).
Nome: DIONIGI
Ad Atene, centro intellettuale del mondo antico, la parola dell'Apostolo Paolo cadde quasi senza frutto tra i lisci marmi dell'Areopago. Paolo, deluso, si allontanò di mezzo alla folla e poco dopo lasciò Atene. La sua predicazione nella città della sapienza e dell'eleganza, non aveva avuto quasi frutto. Quasi: non del tutto. Gli Atti degli Apostoli precisano infatti come, quand'egli si allontanò dall'Areopago, alcuni Ateniesi lo seguissero, attratti dall'annunzio del Dio ignoto e sconvolti da quella vittoria sulla morte. Di questi pochi gli Atti fanno soltanto due nomi: quello di una donna, Damaride, e quello di un uomo, Dionigi l'Areopagita. Areopagita voleva dire che Dionigi faceva parte proprio di quel tribunale dell'Areopago. E il fatto che uno dei giudici dell'Areopago lo seguisse al termine del discorso interrotto prima del tempo, dovette lenire, nell'Apostolo, la ferita dell'insuccesso.
Nella cronaca redatta da San Luca, Dionigi l'Areopagita, come tanti altri personaggi dell'epoca paolina, non viene mai più ricordato. Si può ritenere però, se non certa, probabile, la notizia riferita dal grande storico Eusebio da Cesarea, secondo la quale, dopo il discorso e la partenza di Paolo, il convertito Dionigi divenne il primo Vescovo di Atene. Alla penna di San Dionigi vennero attribuite, diversi secoli dopo, varie opere di teologia mistica che grande influenza ebbero nel pensiero cristiano nei primi secoli del Medioevo. Le opere dello “pseudo Dionigi” vanno certamente attribuite ad un autore posteriore, il quale, nonostante gli sforzi dei critici, è rimasto finora ignoto. Un altro Dionigi famoso, anzi, famosissimo, è festeggiato a Parigi come primo Vescovo e apostolo della città che si chiamava, a quei tempi, Lutezia. Par che si tratti, se non di un primo Vescovo, del primo organizzatore della prima comunità cristiana sulla Senna, costruttore della prima chiesa, caduto Martire nel III secolo insieme con Rustico ed Eleuterio.