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Il Santo del giorno

 

Novembre 2024
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7 Novembre

Nome: ERNESTO

S. ERNESTO
Abate (sec. XII)

 

Vicino a Costanza, fioriva nella prima metà del XII secolo la grande abbazia benedettina di Zwiefalten. Entro le sue mura vivevano quasi 300 persone, tra monaci e “fratelli barbuti”, cioè conversi. Era una piccola città, autonoma e indipendente, dedita alla preghiera e al lavoro. Il governo di questa comunità non era facile a causa dei potenti della terra, tra i quali l’abbazia viveva. I feudatari vicini suscitavano, infatti, continue difficoltà all’Abate. Un primo Abate, Bertoldo, dovette dimettersi. A lui successe Ernesto, uno dei monaci più in vista dell’abbazia per doti spirituali e intellettuali. Fu abate per cinque anni. Cinque anni di preoccupazioni amministrative, di controversie giuridiche, di schermaglie diplomatiche. Una vita ben difficile, per un monaco votatosi alla preghiera, al silenzio e allo studio! Perciò, nel 1146, anche Sant’Ernesto si dimise. Pensò forse che era preferibile, a quella vita, una vera guerra, a faccia a faccia col nemico, su un fronte ben definito. Infatti, un anno dopo, lo troviamo sotto le insegne dei Crociati, pronto a partire per l’Oriente. Erano trascorsi cinquant’anni dalla prima Crociata. Le potenze europee prepararono così una seconda Crociata, ispirata soprattutto da San Bernardo da Chiaravalle e bandita dal Papa Eugenio III. Si componeva di due corpi di spedizione, uno comandato dal Re di Germania, Corrado III, l’altro del Re di Francia, Luigi VII. I sovrani di due paesi tradizionalmente nemici si trovarono così uniti sotto le insegne della Croce. Al confronto della prima, questa seconda Crociata doveva essere più disciplinata e meglio organizzata. Invece, fu un insuccesso: nel 1147 subì una gravissima disfatta. Nella battaglia e nella rovinosa ritirata che seguì, par che andassero perduti - tra morti e prigionieri - quasi i nove decimi dell’esercito crociato! Tra questi vi fu S. Ernesto, morto o prigioniero. Morto per la storia, perché non si ebbero più notizie sicure sul suo conto. Per la leggenda, invece, sarebbe morto martire, non volendo rinnegare la fede. E da questa leggenda nacque la devozione a S. Ernesto, severo con se stesso sia come monaco che come crociato.