Nome: ROSARIO
Il nome Rosario o Rosaria deriva da questa festa. Nel Medioevo, i Vassalli usavano offrire ai loro sovrani delle corone di fiori in segno di sudditanza. I cristiani adottarono questa usanza in onore di Maria, offrendole la quadruple “corona di rose” che ricorda la sua gioia, la sua luce, i suoi dolori, la sua gloria nel partecipare ai misteri della vita di Gesù suo Figlio. Inizialmente questa festa si chiamò di “Santa Maria della vittoria” per celebrare la liberazione dei cristiani dagli attacchi dei Turchi, nella vittoria navale del 7 ottobre 1571 a Lepanto (Grecia). Poiché in quel giorno, a Roma, le Confraternite del Rosario celebravano una solenne processione, San Pio V attribuì la vittoria a “Maria aiuto dei Cristiani” e ne fece celebrare la festa in quel giorno nel 1572.
Dopo le altre vittorie di Vienna (1683) e di Peterwarandino (1716), papa Clemente XI istituì la festa del Rosario nella prima domenica di ottobre. Ora, la memoria è intitolata “Beata Maria Vergine del Rosario”. Noi ci rivolgiamo a Maria, meditando e pregando, perché ci aiuti a partecipare ai misteri della vita, morte, risurrezione di Cristo. Sono i misteri che si attualizzano a nostra salvezza nella celebrazione eucaristica e noi chiediamo alla sua materna intercessione che si compiano in pienezza “nell’ora della nostra morte”. Coloro che portano il nome di Rosario o Rosaria, devono sentirsi sicuramente protetti da Maria, e riflettere di frequente sui momenti di gioia, di luce, di dolore, di gloria che hanno attraversato la vita della Vergine Maria.
Nome: GIUSTINA
Mentre le più antiche testimonianze del suo culto risalgono al secolo V, le notizie biografiche non sono più antiche del sec. XI. Il suo culto è attestato a Rimini in un’iscrizione del sec. VI-VIII, e, a Como, il vescovo Agrippino le dedicò un oratorio nel 617. In contrasto con queste sicure notizie del culto, le fonti letterarie, conservate a partire dal sec. XII, raccolgono le tradizioni esistenti in quell’epoca sulla santa. Secondo questi scritti Giustina, appartenente ad una distinta famiglia padovana, durante la persecuzione di Diocleziano, arrestata per la fede, fu condotta al tribunale di Massimiano; non riuscendo né con blandizie, né con minacce a farla apostatare, il giudice la condannò alla pena capitale, eseguita il 7 ottobre del 304. Il corpo della martire fu sepolto ad oriente della città , nei pressi del teatro romano.
La diffusione della Congregazione Benedettina di Santa Giustina contribuì grandemente a propagare il suo culto in Italia e in Europa. In modo particolare Venezia la elesse a speciale patrona di tutti i suoi domini, dopo la vittoria di Lepanto, riportata appunto nel giorno festivo della santa, nel 1571; da allora a perenne riconoscenza si cominciarono a coniare le Giustine (= speciali monete) fino alla caduta della repubblica con il motto: “Memor ero tui Justina Virgo”. Le rappresentazioni di S. Giustina attraverso i secoli furono numerose nell’arte: dalla scultura allo stampo, dalla pittura al mosaico e alla miniatura, dalla cesellatura all’arazzo. Le più remote a noi pervenute sono quelle dei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna (seconda metà del sec. VI) e della basilica eufrasiana di Parenzo (della prima metà del sec. VI). Autori noti e anonimi, hanno trattato, alcuni anche ripetutamente (per es. Paolo Veronese ne dà ben quattordici rappresentazioni) il soggetto di S. Giustina.