Nome: QUINTINO
Il San Quintino festeggiato il 31 ottobre viene detto romano di nascita, e sarebbe giunto in Gallia al seguito di San Luciano di Beauvais. Dopo aver evangelizzato alcune regioni del Nord-Est, avrebbe posto il centro della sua predicazione ad Ambianus, cioè ad Amiens. Qui cadde vittima del celebre e leggendario persecutore francese Riziovaro, prefetto militare sotto Massimiano Imperatore, cioè agli inizi del III secolo. In mancanza di notizie precise sulla passione di questo martire francese, leggiamo quanto dice Iacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea: “Quintino facendo molti miracoli, per comandamento di Massimiano Imperatore fu preso dal prefetto di Roma, e battuto tanto che i battitori vennero meno ne le battiture, poscia messo in prigione.
Ma l’angelo di Dio sciolse i legami de la prigione e predicava al popolo. Onde preso poi un’altra volta, battuto ancora co’ nerbi crudi durissimamente, sostenne l’olio e la pece ‘l grasso, boglientissimo; e faccendosi scherno del prefetto, adirato il prefetto gittogli in bocca la calcina e l’aceto e la senapeâ€. Dopo questi e altri raffinatissimi tormenti, Quintino fu decapitato e il suo corpo gettato nel fiume. Per cinquantacinque anni non se ne seppe più nulla, finché a Vermand, sulla Somme, una “gentile dama romana†non ritrovò e riconobbe nelle acque il corpo del Santo. Anche a Vermand, il corpo del Martire, nel corso dei secoli, venne smarrito, e fu ritrovato, nel VII secolo, da Sant’Eligio, il celebre orafo francese, che modellò una preziosa teca dove furon riposte le reliquie del santo, il cui culto, da allora, si diffuse sempre di più, tanto che anche la città di Vermand prese il nome del santo, e si chiamò, e ancora si chiama, Saint Quentin.
Nome: LUCILLA
Il nome è chiaramente, un diminutivo di Lucia, che a sua volta deriva da “luceâ€. E’ dunque un nome già luminoso per se stesso. Lucia voleva dire precisamente “nata all’albaâ€, come Crepusca significa “nata al tramontoâ€. E dopo il nome di Lucia, viene quello grazioso di Lucilla, attribuito a molte giovani romane “nate all’albaâ€. Anche Santa Lucilla nacque all’alba dell’Era cristiana, quando chi portava la luce della nuova fede veniva perseguitato. Su Santa Lucilla però non brilla che la luce del suo bellissimo nome. Di lei, martire, non si sa nulla di preciso, o meglio si sa soltano quello che la tradizione ha intessuto con fili luminosi. Quasi certamente fu lo stesso nome di Lucilla a suggerire la leggenda: si narra di un tribuno romano, di nome Nemesio, che avrebbe avuto una figlioletta, Lucilla, nata cieca. Egli avrebbe chiesto per la propria figlia, al Papa Santo Stefano, non la luce fisica degli occhi, ma quella soprannaturale dell’anima, cioè il Battesimo. Padre e figlia si sarebbero fatti così cristiani. Anzi, il Papa avrebbe consacrato diacono il padre di Lucilla. Ma la luce della piccola cristiana avrebbe brillato brevemente in terra, e si sarebbe accesa invece in Cielo, dopo il martirio, subìto dal padre e dalla figlia sotto l’Imperatore Valeriano. Il Papa Santo Stefano avrebbe fatto sotterrare i due corpi decapitati del padre e della figlia in un luogo segreto, di dove il Papa Sisto II li avrebbe fatti esumare, il 31 ottobre, per dar loro una più degna sepoltura lungo la via Appia. Dalla via Appia, i corpi dei due martiri furono poi nuovamente esumati da Gregorio IV e sepolti, con grande onore, nella diaconia di Santa Maria Nuova, insieme con altri martiri romani. Anche queste ripetute traslazioni sembrano avere un significato simbolico. La piccola Lucia, cioè Lucilla, nata cieca e illuminata dalla fede, sarebbe stata più volte riportata alla luce del mondo, perché la scintilla della sua santità segnasse l’itinerario trionfale del cristianesimo: “nato all’albaâ€, tenuto da prima nascosto, poi avviatosi lungo le vie consolari, e finalmente affermatosi sulla terra, con le chiese e basiliche, diventate tante fiaccole di carità , accese sul mondo pagano.