Nome: SIMONE, GIUDA
Di questi due Apostoli, che figurano nell’elenco dei medesimi, trasmessoci dagli evangelisti, sappiamo assai poco. Di Simone non c’è altro cenno appunto che il suo nome nell’elenco degli Apostoli, e il suo soprannome di “zelota” o “cananeo”, dovuto forse al suo zelo per la Legge di Dio.
Di Giuda Taddeo, da non confondersi con Giuda Iscariota, il traditore di Gesù, sappiamo che era fratello di Giacomo il minore. Il Vangelo (Gv 14,22) riferisce una sua domanda a Gesù: “Signore, come mai ti manifesti a noi e non al mondo?” alla quale Gesù risponde solo indirettamente affermando che chi osserva i suoi precetti, costui davvero lo ama e a costui si riveleranno Gesù e il Padre. Sicuramente anche Simone e Giuda alla sequela di Gesù, ne sentirono la predicazione e ne videro le opere e il divino stile di vita; furono testimoni della sua morte e della sua risurrezione, ricevettero lo Spirito Santo a Pentecoste e, come i loro confratelli nell’apostolato, andarono per il mondo allora conosciuto ad annunciare il Vangelo e a impiantare la Chiesa. Due vite interamente spese per il Signore Gesù, per conoscerlo e amarlo, per farlo conoscere e amare. E questo è tutto. Assai popolare, nel buon popolo cristiano, la devozione a S. Giuda Taddeo, invocato come intercessore nei casi disperati.
La breve lettera di Giuda, che fu giudicata “piena della forza e della grazia del cielo”, ci fa intravedere la figura di San Giuda come maestro fermo e sapiente, che esercitò con zelo e con amore quella missione affidata da Gesù ai suoi Apostoli, prima di lasciare la terra per il cielo. Infatti, dopo l’Ascensione, anche Giuda Taddeo andò a portare nel mondo la Buona Novella. Secondo qualcuno, egli avrebbe evangelizzato la Mesopotamia; secondo altri la Libia. Si crede che morisse anch’egli Martire, e il suo corpo sarebbe stato sepolto in Persia.