Nome: ALBINA
Dal latino albus, alba, “bianco, bianca”. Il Baronio ha introdotto, la sua passio, tratta da “antichi documenti della Chiesa di Gaeta”, nel Martirologio Romano. Secondo tale testo, Albina, originaria di Cesarea in Palestina, sarebbe stata fatta decapitare da Decio, offeso dal suo rifiuto di abiura. Il suo corpo, abbandonato su un’imbarcazione e approdato in Campania a Scauri (presso Formia), sarebbe stato trasportato a Gaeta e qui seppellito accanto a quello di E. Erasmo.
Questa leggenda, che utilizza elementi comuni a molte passiones, discende e si confonde soprattutto con quella di S. Reparata, ugualmente originaria di Cesarea. Albina è festeggiata il 16 dicembre.
Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità . Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. “Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio”. “Nulla mi gioverebbe tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù; per me è meglio morire per [unirmi a] Gesù Cristo, che essere re sino ai confini della terra. Io cerco colui che morì per noi; io voglio colui che per noi risuscitò. Il momento in cui sarò partorito è imminente” (S. Ignazio di Antiochia)
(CCC 2473-2474).
Nome: ADELAIDE
Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all’età di sei anni perdette il padre e nel 947 fu maritata a Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo soli tre anni di matrimonio felice, fu perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi ella rifiutata di sposare il figlio di lui. Liberata da Ottone I, si sposò con lui e ne ebbe tre figli, tra cui il futuro Ottone II. Donna di elevate doti intellettuali, Adelaide prese parte viva agli affari di Stato. Nel 962 papa Giovanni XII la incoronò unitamente a suo marito imperatori del Sacro Romano Impero. Con suo marito governò con saggezza, attenta ai valori evangelici della pace e della giustizia.
Dopo la morte di Ottone I, passò un periodo assai increscioso per le continue difficoltà alla corte imperiale. Dal 991 in poi esercitò la tutela del minorenne Ottone III, suo nipote, reggendo con rara saggezza l’impero. Piena di carità verso gli indigenti, ai cui bisogni veniva incontro con larghe sovvenzioni. Adelaide fu in stretti rapporti con il movimento di riforma di Cluny, specialmente con gli abati di Maiolo e Odilone, il quale ne scrisse la Vita. Costruì chiese e monasteri, beneficò particolarmente i cenobi di Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Selz. In quest’ultimo monastero benedettino, da lei fondato presso Strasburgo, Adelaide, si ritirò, verso la fine della sua vita, preparandosi ad una santa morte (16 dic. 999). Presto venerata come santa di Alsazia, fu canonizzata da Urbano II nel 1097.