Nome: POMPEO
San Pompeo successe a San Siro quando questi - non si sa bene in quale anno, anzi in quale secolo - riposò nella meritata gloria. Non ci sarebbe perciò da aggiungere molto altro su questo Santo, secondo Vescovo dell’elenco dei pastori che la tradizione assegna a Pavia. Anche perché, sul conto di San Pompeo, si sa assai poco, per non dire quasi nulla. Bisogna ricorrere alla vita dello stesso San Siro, per sapere che l’episcopato di Pompeo fu breve e pacifico. Nient’altro. A lui successe il Vescovo San Giovenzo; mentre San Pompeo sarebbe stato sepolto, con San Siro, in quella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio che avrebbe dovuto essere una specie di sfida in muratura dei fedeli di Pavia nei confronti dei fedeli di Milano.
E’ il più celebre dei pochi Santi che portano il nome di Pompeo. Nome glorioso e famoso, come si sa, per aver designato il grande condottiero e uomo politico dell’antica Roma. Non c’è dubbio che la diffusione del nome di Pompeo sia dovuta, più che alla devozione di un Santo, al ricordo dell’antico condottiero romano: di lui si vanta la risolutezza con la quale stabilì l’ordine in Spagna; la spietatezza con la quale annientò le ultime bande degli schiavi ribelli di Spartaco; la fulmineità con la quale liberò l’Adriatico dei pirati; l’abilità con la quale guerreggiò in Asia Minore e nel Ponto, battendo il Re Mitridate; finalmente, l’accanimento con il quale contese a Cesare, nella sfortunata guerra civile, il dominio assoluto del mondo romano. Fatti d’arme, imprese distruttive, episodi di sangue. La gloria dei condottieri si fonda sempre su questi elementi, che gettano un’ombra cruenta sui loro meriti, per grandi che siano di fronte al giudizio della storia. Dei Santi, invece, anche quando non si sa quasi nulla, come nel caso di San Pompeo, di una cosa si può essere sicuri: che noi li ricordiamo per aver essi compiuto, certamente e solamente, delle opere di bene.
Nome: GIOVANNI
Nato a Fontiveros, presso Avila (Spagna), nel 1542, figlio di umili e poveri contadini, a 20 anni, entrò nel noviziato carmelitano e, dopo i voti, completò gli studi teologici all’Università di Salamanca. Ordinato sacerdote, tra i carmelitani si trovava a disagio per lo spirito di rilassatezza in cui si trovavano e, per questo, stava per entrare tra i certosini, più austeri e più consoni al suo desiderio di intensa unione con Dio nel silenzio e nella contemplazione. Ma in quel momento di travaglio interiore, Giovanni de Yepes y Alvarez, in religione fra Giovanni della Croce, incontrò Teresa d’Avila, che proprio allora, ispirata da Gesù, stava attuando la riforma dei monasteri delle carmelitane. L’intesa tra i due - Teresa aveva 52 anni, fra Giovanni, ne contava solo 25 - fu perfetta. Qualche tempo dopo, il giovane Padre fondava a Duruelo il primo convento dei carmelitani riformati, iniziando il rinnovamento che trasformerà tutto l’Ordine. Per la sua austerità , incontrò presto difficoltà e opposizioni, accusato di essere un ribelle... Con l’aiuto di Dio, il suo progetto, segnato dalla sofferenza e dalla croce, si avviò a un grande successo: Giovanni fu rettore del Collegio di Jaen, e poi di Baeza, infine priore a Granada. Fondò diversi conventi “riformati” e fu guida spirituale di sacerdoti, religiose e monache. Compendiò la sua dottrina nelle sue quattro opere più note: “La salita al monte Carmelo”, “La notte oscura”, “Cantico Spirituale”, “La fiamma d’amore viva”, diventando un grande maestro di spirito, al quale si ispirarono, lui vivo e dopo la sua morte, migliaia e migliaia di anime. Ecco alcuni suoi “detti”: “Non far cosa né dir parola tale che Cristo non farebbe né direbbe, se si trovasse nello stato in cui sei tu”. “Non chiedere altro che il Crocifisso e questo senza consolazione, perché ciò è perfetto”. “Rinnega i tuoi desideri e troverai ciò che il tuo cuore desidera”. Morì il 14 dicembre 1591 a 49 anni. Fu canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII e proclamato dottore della Chiesa nel 1926 da Pio XI. E’ uno dei più grandi mistici cattolici e anche un grandissimo poeta della letteratura spagnola, maestro di santità .