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Il Santo del giorno

 

Novembre 2024
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12 Novembre

Nome: RENATO

S. RENATO Vescovo (V sec.)

 

La diocesi di Sorrento ricorda tra i suoi pastori dei primi secoli un Vescovo di nome Renato. In Francia, invece, nella città di Angers, si racconta la colorita storia di quanto era accaduto a San Maurilio, Vescovo del V secolo. Chiamato per assistere un bambino moribondo, il Vescovo si attardò in Chiesa per una funzione, e quando giunse alla casa del bambino, lo trovò già morto, prima di aver ricevuto il battesimo. Sentendosi responsabile di quella perdita, il Vescovo Maurilio volle espiarla severamente. Lasciò in segreto Angers e s’imbarcò su una nave. Giunto in alto mare, gettò alle onde le chiavi del tesoro della Cattedrale e dei reliquiari dei Santi. Giunto in Inghilterra, s’impegnò come giardiniere. Intanto i fedeli lo cercavano, e un giorno, nel fegato di un grosso pesce, ritrovarono le chiavi gettate dal Vescovo fuggitivo. Seguendo quella traccia giunsero in Inghilterra e riconobbero il Vescovo nelle vesti del giardiniere. Lo convinsero a ritornare ad Angers, e qui giunto per prima cosa il vescovo si recò a pregare sulla tomba del bambino morto senza battesimo. Pregò a lungo, con affettuosa commozione. Ad un tratto le zolle si ruppero, e dalla fossa si levò sorridendo il bambino, fresco come i fiori cresciuti sopra la sepoltura. Quel bimbo prodigiosamente resuscitato visse accanto al vescovo, gli successe sulla cattedra di Angers, e fu San Renato, in francese rené, cioè nato di nuovo. Dalla città di Angers, come si sa, prese nome una delle più potenti dinastie di Francia, quella degli Angioini. Nel 1262, un Principe di quella Casa, Carlo d’Angiò, venne in Italia per cacciarne gli Imperatori tedeschi della Casa di Svevia; conquistò il Reame di Napoli. Gli Angioini restarono nell’Italia meridionale per quasi due secoli, stabilendo stretti rapporti tra la dinastia francese e la popolazione locale. A Sorrento, i conquistatori trovarono un nome familiare nella devozione cristiana: quello di Renato. I Napoletani, dal canto loro, conobbero la leggenda del René francesce, il Santo risuscitato. Dei due Santi, se ne fece così uno solo, con i tratti compositi, festeggiato di comune accordo il 12 novembre.

12 Novembre

Nome: GIOSAFAT

S. GIOSAFAT Vescovo (1580-1623)

 

San Giosafat rappresenta la Russia, dove il Santo fu Vescovo e morì martire per la fede. La diocesi di Polock, retta dal Vescovo Giosafat, si trovava in Rutenia, regione che, dalla Russia, era passata in parte sotto il dominio del Re di Polonia. La religione dei Polacchi era quella cattolica romana; in Rutenia invece, come nel resto della Russia, i fedeli aderivano alla Chiesa scismatica greco-ortodossa. Si tentò allora una riunione della Chiesa greca con quella latina. Si mantennero cioè i riti e i sacerdoti ortodossi, ma si ristabilì la comunione con Roma. Questa Chiesa, detta “Uniate”, incontrò l’approvazione del Re di Polonia e del Papa Clemente VIII, che vi vide un primo passo verso la composizione dello Scisma d’Oriente. Fu però anche molto avversata, sia per interessi privati, sia per ignoranza, sia per settarismo. Giovanni Kuncevitz, che in religione prese il nome di Giosafat, fu il grande difensore della Chiesa Uniate. A vent’anni era entrato tra i monaci basiliani, ma nell’antico Ordine orientale portò le nuove idee e le direttive d’azione dei Gesuiti, pattuglia avanzata del Cattolicesimo nei paesi europei minacciati dall’eresia. Monaco, priore, abate e finalmente Arcivescovo di Polock, intraprese una salutare riforma dei costumi monastici della regione rutena, migliorando così la Chiesa uniate. La sua predicazione fruttò numerosissime conversioni e gli valse il titolo di “rapitore di anime”. “Voi - diceva Giosafat a questi avversari - voi mi odiate a morte, mentre io vi porto tutti nel cuore, e sarei ben lieto di morire per voi”. Furono parole profetiche. Alleandosi ai poteri civili, e approfittando di un periodo di torbidi politici in Polonia, gli scismatici penetrarono nell’abitazione del Vescovo, per ucciderlo a colpi di spada e di moschetto. Poi il suo cadavere nudo fu gettato nel fiume Duna. Quella morte sembrò segnare il fragile destino della Chiesa Uniate. Invece ne segnò il definitivo consolidamento, per la commozione che destò nei Polacchi, le molte conversioni che ne seguirono, e il nuovo più diretto interesse che Roma portò alla situazione dei fedeli ruteni. Assai presto, Giosafat venne dichiarato Beato, poi, nel secolo scorso, Santo. Oggi la Chiesa l’onora come Martire.