di Don Ferdinando Colombo
Mettiamo al centro della nostra riflessione la devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Quando Gesù nel 1675, apparendo a Santa Margherita Maria Alacoque le mostra il Cuore fiammeggiante d'amore le dice: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e consumarsi per testimoniare loro il suo amore". «Guardiamo a Cristo trafitto in Croce! È Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio»: è l'esortazione di Papa Francesco.
Lo Spirito Santo, che guida la Chiesa, le ha fatto fare passi da gigante in questa devozione.
1. Con Santa Faustina Kowalska la devozione al Sacro Cuore è fiorita nell'Amore Misericordioso che irradia sul mondo la forza trasformatrice dello Spirito Santo che opera nei Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia. Di fronte ai due raggi che escono dal costato di Cristo anche noi comprendiamo che la Misericordia di Dio è una fonte zampillante di vita che può dare risposta ai problemi dell'umanità e, accolta con cuore aperto, può trasformarci in persone misericordiose.
2. La decisione di San Giovanni Paolo II, poi, di istituire la festa della Divina Misericordia ha rilanciato la devozione al Sacro Cuore in dimensione ecclesiale, sociale. La preghiera personale deve essere più intensa e il rapporto con Cristo deve cercare l'intimità, ma subito deve aprirsi ad abbracciare l'orizzonte sconfinato del progetto di Cristo che vuole la salvezza eterna di ciascuna delle sue creature.
Il grido dalla croce, “Ho sete” risuona ancora oggi ovunque ci sono poveri, emarginati e soli, persone e famiglie in difficoltà, rifugiati o senza dimora… In loro Gesù ha sete di amore, del nostro amore, e noi siamo invitati a rispondere a questa richiesta amando, amando senza misura, amando tutti con l’intensità di amore di Cristo sulla croce.
3. Così la devozione al Sacro Cuore ci ha guidati a comprendere che il vertice unificante della Vita Cristiana è la Vita Eucaristica vissuta nella Misericordia. Non più una devozione marginale, ma il cuore stesso della vita cristiana.
Per questo:
+ facciamo personalmente esperienza della Misericordia del Padre che scioglie i nostri cuori di pietra per avere il coraggio di portare la logica sconvolgente della Misericordia nei problemi sociali;
++ coltiviamo una profonda intimità personale con Cristo, nutrendoci del Suo corpo risorto, per avere la forza di donarci come lui si è donato;
+++ invochiamo lo Spirito Santo perchè trasformi i nostri cuori fino a poter esclamare con San Paolo: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me».
Si rivela così in noi il volto di Dio-Trinità, un Dio-Famiglia, un Dio-Misericordia, fonte viva di amore. Nel Cuore di Gesù noi facciamo esperienza che Dio ci è alleato, padre, madre, fratello e vive in noi perchè vuole la pienezza della nostra vita, ha sete del nostro amore.
Quel grido “Ho sete” risuoni nel nostro cuore e ci spinga a rispondere con amore sincero al Signore, ma ci dia anche orecchi e cuore per ascoltarlo nel grido delle persone che ci sono vicine e che ci interpellano con la loro situazione di solitudine, di miseria materiale e morale, di povertà.
Gesù, Amore Misericordioso, io confido in Te.