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Omelia della XIV Domenica per anno B - 5 luglio 2015 - Il Profeta

di Don Ferdinando Colombo

Omelia della XIV domenica per anno B

Bologna, Santuario del Sacro Cuore, ore 8 del 5 luglio 2015

 Il Profeta è colui che parla a nome di Dio

 + Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6 
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Il tema della prima lettura, ripreso nel Vangelo, direttamente da Gesù, è il tema del Profeta, cioè di colui che parla a nome di Dio.
Profeta non è colui che prevede il futuro. Profeta è colui che con la sua vita o con la sua parola trasmette un messaggio che non è suo. È un messaggio che gli viene dal Signore.

Allora vi leggo le prime righe della lettera di San Paolo che è stata scritta agli Ebrei "...nei tempi antichi Dio parlò molte volte e in molti modi ai nostri Padri..." E tutti noi ricordiamo figure caratteristiche: Isaia, Geremia, Elia, profeti che abbiamo imparato a conoscere dai brani che leggiamo durante la liturgia delle domeniche. Ma l'autore di questa lettera va avanti dicendo "...ora invece in questi tempi che sono gli ultimi, Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio". 
San Giovanni nel suo Vangelo inizia dicendo "In principio era la Parola e la Parola era Dio e la Parola era presso Dio... e si è fatta Uomo ed è venuta a piantare la sua tenda in mezzo a noi". 

Ecco un Dio che parla, un Dio che vuole comunicare con i suoi figli, un Dio che volendo davvero un rapporto profondo, costantemente manda qualcuno a parlarci. Gli abitanti di Nàzaret prima entusiasti: "uno dei nostri fa delle cose bellissime, dice delle cose significative"; ma quando Gesù è andato a Nàzareth e ha cominciato a spiegare loro quello che Dio gli aveva affidato da dire, allora gli abitanti di Nazareth hanno cominciato a fermarlo e a dire: "questo tuo modo di fare non corrisponde alle nostre abitudini, noi abbiamo già tutto ben chiaro, se tu ce lo ricordi, se tu ci raccomandi di farlo ti ascoltiamo, ma se tu vieni addirittura a farci cambiare il nostro modo di credere e di pensare, noi ti rifiutiamo".

Questo Vangelo ci riguarda tutti personalmente, perché anche ora Dio continua a parlare a ciascuno di noi. 
Abbiamo pensato forse che i profeti si sono fermati con Giovanni il battezzatore.
No, quante figure durante i secoli della chiesa, quante figure bellissime di profeti.
Ne cito una sola del passato, Francesco d'Assisi, chi di noi non riconosce in questa figura, che poi - capite - non è che ne ricordiamo grandi discorsi, ricordiamo un atteggiamento di vita, che prende sul serio l'annuncio del Vangelo, lo vive e ci propone di viverlo.

Ma venendo ai nostri giorni penso che voi riconosciate come figure profetiche, innanzitutto direi due figure, di cui qualcuno di noi ha anche fatto conoscenza: Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta - io la ricordo proprio qui a Bologna, - questa donnetta piccola, brutta, che parla poco, che non conosce le lingue ma voi ricorderete come il profeta della carità! Il profeta - questa donna -  di cosa vuol dire interessarsi degli ultimi e donare la vita.
È una cosa che impressiona perché poi lo confronteremo con un'altra situazione e che i conventi di Madre Teresa sono pieni di ragazze, di vocazioni, che vogliono seguire i suoi passi in questa società di oggi, in cui le ragazze a cui noi battiamo le mani fanno esattamente il contrario.
Allora capite, la figura del profeta è la persona che difende la propria fede, ti manifesta il progetto di Dio per te. 

Ma vorrei andare avanti nel delineare qualche figura di profeta. Io ritengo davvero che San Giovanni Paolo ll è un tipo di profeta, piuttosto battagliero, coraggioso, ha girato il mondo e, ogni volta, con coraggio ha annunciato quello che il Signore gli affidava. Non sempre. C'è stato qualche caso in cui forse non ha avuto il coraggio di dire con fermezza, o forse non era informato a dovere, e allora è bello vedere adesso il nuovo profeta, Francesco, che sta partendo per l'America Latina dove porterà in Paesi non molto noti, non quelli grandi, ma quelli più piccoli del Centro America, l'annuncio del Signore. 

Ma veniamo a Bologna, ho avuto la fortuna di conoscere Padre Marella. Chi di noi potrebbe negare che è una figura profetica, silenzioso, semplice, la carità, i poveri. Stare davanti all'uscita di una sala cinematografica a mezzanotte per raccogliere qualche offerta per i suoi poveri.

Sono quelle figure davanti alle quali ognuno fa l'esame di coscienza e misura davvero la capacità di rispondere ai progetti di Dio.
Lo stesso cardinal Lercaro, che forse qualcun di voi ricorda ancora, nel campo della liturgia, nel campo della semplicità in mezzo alla gente, il coraggio di entrare nei problemi sociali, il problema di dare delle Chiese, dove la gente potesse trovarsi a pregare.
Abbiamo proprio delle belle figure profetiche, che ci fanno capire che Dio sta ancora parlando costantemente a ciascuno di noi.
Anche con dei "segni", a volte segni molto semplici. Io penso che i nostri papà, le nostre mamme che ci hanno insegnato a credere nel Signore, a volte con gli scappellotti,- almeno con me - a volte con l'esempio, con l'esortazione, non sono forse voci profetiche che Dio ha messo al nostro fianco per richiamarci davvero ai valori più profondi.
Ecco il brano dei Vangelo ci richiama a questa realtà.

Però, proprio nel Vangelo di oggi c'è una situazione, io direi imbarazzante, perché dice che Gesù lì al Suo paese non poté fare miracoli. Non dice "non volle", non poté, come dire "io ti posso parlare, posso farti delle proposte, ma se tu chiudi la porta, se il tuo cuore non lascia entrare la Parola, il Signore si ferma".

Siamo in grado di rendere impotente il Signore, di fermarlo, di non dargli la possibilità di trasformare anche la nostra vita, se noi decidiamo di non accoglierlo.llora la riflessione diventa ancora più importante: noi che tipo di atteggiamento abbiamo davanti alle proposte del Signore? Siamo come gli abitanti di Nazareth?
Abbiamo il nostro schema, guai a chi ce lo tocca.

Faccio un piccolo esempio un po' polemico, ma voi me lo perdonerete: io raccomando costantemente una preghiera calma, non cantilene, non formule dette a memoria come fossero una poesia, ma inesorabilmente intono il "Gloria" poco fa, e parte proprio un po' così.

Pensate davvero una ricerca di preghiera più profonda, di dialogo con il Signore. Il Signore ti parla e tu devi rispondere ma con il tuo cuore non con la bocca.
A  volte una preghiera silenziosa è migliore di tante parole dette per niente, poi quando siamo riuniti in comunità è proprio bello pregare insieme.
Ma tornando alla riflessione di oggi: vedete l'importanza di leggere i "segni dei tempi".

Io prima vi citavo le ragazze che scelgono di andare in convento dove lo stile di Madre Teresa è durissimo: tanta preghiera, tanto lavoro e una vita austera in maniera incredibile, fanno capire che i giovani, o alcuni tra i giovani hanno degli ideali che vorrebbero realizzare.
E mi spaventa quando vedo che questi giovani vanno a cercare il califfato della Siria per realizzare un ideale di tipo religioso, in nome di Allah.
Allora la cosa impressiona, vuol dire che noi non stiamo proponendo ai nostri giovani delle proposte credibili, qualcosa che dia loro davvero un ideale da raggiungere.
Ma c'è di più, provate a pensare quante industrie di morte vivono anche qui nelle nostre strade: la vendita della droga è uno dei commerci più floridi, che produce la maggior quantità di soldi, terribile: un'industria di morte.
Ma poi possiamo aggiungere che se si combattono tante guerre in tutto il mondo, qualcuno le bombe e le armi le produce.

Allora la riflessione sulla voce profetica di un Dio che ti parla costantemente deve farci riflettere se noi in questo momento non stiamo invece battendo le mani a chi ci accarezza, a chi ci dà le nostre comodità, a chi ci lascia vivere nel nostro guscio, che ci siamo preparati, e allontaniamo quelli che vorrebbero scuoterci e dare un senso alla nostra vita.
La nostra riflessione non può terminare se non invocando lo Spirito Santo e chiedendo che apra i nostri occhi a vedere quanti segni con cui Dio sta parlando anche oggi alla società.

Voglio ancora citare un esempio, perché davanti a certe verità che sembrano cose evidenti che non è necessario spiegare, oggi stiamo affermando esattamente il contrario. Prendete la famiglia, non penso che ci voglia un dottore esperto in quale scienza per capire che per formare una famiglia ci vuole un uomo e una donna che si uniscono nell'amore tra di loro. (Ma no queste sono cose vecchie da medioevo).

E allora la verità adesso ce la vogliono proporre manipolata secondo le esigenze economiche, le esigenze politiche, i voti e, perché no, anche la comodità di fare i propri comodi in tutte le proprie scelte.

Allora capite come davvero è importante in questo momento invocare lo Spirito del Signore che ci aiuti a ritrovare la verità, la giustizia, la coerenza della nostra vita, la ricerca davvero della risposta generosa al Signore, alla Sua voce, alle Sue proposte.

Questa è la fede cristiana, non teorie astratte, non dogmi troppo difficili da spiegare, ma ascoltare la voce del Signore e viverla coerentemente nella nostra vita.

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