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Spiritualità: Intercedere, ci unisce al Cuore di Cristo

di Don Ferdinando Colombo



Gesù nelle sue apparizioni ha sempre chiesto di intercedere per la salvezza eterna di tutti, ma in modo particolare di coloro che con il peccato si sono allontanati dalla sorgente della vita.

Ci invita a intercedere con la preghiera assidua senza stancarsi, intercedere offrendo gli inevitabili sacrifici che la vita ci propone, ma anche assumendo volontariamente e senza sconti il prezzo di una vita rispettosa della legge di Dio, nella ricerca della comunione e del perdono verso tutti, del rispetto del proprio corpo senza concedergli inutili comodità, nel rispetto dell’ambiente senza sprecare o inquinare. Questo è il vero cilicio dei nostri tempi.

Cristo sempre intercede
Nel vangelo ci sono tantissimi esempi di intercessione: perfino sulla croce vediamo il buon ladrone che intercede. Prima si mette lui stesso in mezzo tra Gesù e il suo peccato, manifestandogli la sua miseria; poi chiede a Gesù: “Gesù, ricordati di me”, cioè: “Gesù, ora intercedi tu per me, mettiti tu in mezzo tra me e il Padre, perché mi doni la sua misericordia”. E Gesù prontamente lo ascolta: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso.”
Solo Cristo Gesù crocifisso è l’unico orante certamente esaudito, l’unico vero mediatore tra l’uomo e il Padre, è lui il nostro vero intercessore. Se noi possiamo intercedere è perché lui intercede: dalle sue piaghe l’umanità intera è guarita e salvata.

La nostra intercessione
L’intercessione ci fa diventare come il fuoco che, bruciando, produce un incendio. La preghiera di intercessione smuove tutto il Paradiso. Non solo la Beata Vergine Maria, il potentissimo San Giuseppe e tutti i Santi possono essere nostri intercessori, ma anche noi, sebbene ancora poveri mortali, possiamo intercedere per i nostri fratelli.

All’inizio dell’esperienza della preghiera di intercessione a volte preghiamo solo per i bisogni materiali, chiediamo a Dio di proteggerci contro la malattia, la fame, la guerra, ecc., ma più si diventa cristiani adulti più constatiamo che la vera miseria è quella spirituale e ne diventiamo pienamente convinti. Di conseguenza, consideriamo il peccato l’unico vero male.
Per l’uomo che fa questo cammino di maturazione, implorare la misericordia per se stesso e per gli altri coincide con il pregare per la remissione dei peccati e la restituzione della grazia.
Clemente di Alessandria e Origene dicono: “Quando preghi, domanda le cose grandi!”, perché l’altezza dei beni domandati rafforza l’idea della grandezza di Dio.

L’esempio di Abramo
Abramo "nostro padre nella fede", si rivela grande intercessore per il suo popolo, in un'ora drammatica della storia, proprio perché arde di amore per Dio e per i suoi fratelli. «Forse ci sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai per riguardo ai cinquanta giusti?» (Gen 18,24). Il crescendo dell'appassionata proposta quantificata di Abramo, comunica la forza di una preghiera d'intercessione in cui la fede diventa piena fiducia nella misericordia di Dio e la piena fiducia diventa audacia. Dio è un Tu a cui Abramo si rivolge con familiarità appassionata, proprio perché si fida di Lui.
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere. Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; distruggerai tutta la città?» (Gen 18,27-28). Più Abramo si avvicina a Dio più avverte il suo niente (polvere e cenere). Il suo intercedere presso Dio è dunque anche all'insegna di un cuore umile, consapevole dell'infinita differenza tra Creatore e creatura, che non impedisce però alla creatura l'audacia che sgorga da un'umile fiducia.

Devozione al Sacro Cuore: abbracciare il mondo uniti a Cristo
Lo sappiamo: il grande intercessore presso il Padre è Gesù. Ma noi, radicati in Lui come il tralcio nella vite, noi fortificati da Lui, siamo da Lui stesso invitati a "chiedere, cercare, bussare" con insistenza e con perseveranza, come fece Abramo. Gesù ci ha detto che se noi, pur essendo cattivi diamo cose buone ai nostri figli, quanto più il Padre celeste darà "la cosa buona" per eccellenza: lo Spirito Santo! (cf Lc 11,5-13).
Questo tipo di preghiera si fa voce di tutte le urgenze della nostra storia: da quelli dei giusti oppressi e angariati da guerre, a quelle dei poveri, delle vittime di questo nostro modo di vivere all'insegna della violenza, della indifferenza, del sopruso. Rimboccarsi le maniche e darsi da fare è importante. Ma senza preghiera o con una preghiera debole, vale ben poco.
Vissuta nella fedeltà a Dio e nella solidarietà con gli uomini la preghiera d'intercessione ci configura a Gesù e diventa soprattutto un vivere davanti a Dio, nella posizione del Crocifisso, a braccia stese, abbracciando il mondo intero. (Cfr:San Biagio, lectio su Abramo e l’intercessione)