Con l’Avvento, un nuovo anno, un nuovo segmento di tempo, che lo Spirito Santo abiterà e impreziosirà riempiendolo dei suoi doni innumerevoli e indispensabili per comprendere quanto avviene attorno a noi, leggerlo e agire in esso profeticamente e, dunque, alla luce di Dio. E sono i doni del dominio di sé, della fedeltà, della gioia, della mitezza, della pace e della pazienza.
L’Avvento ci porta un annuncio: “Il Signore viene”. Il cristiano attende la sua venuta.
Il brano del vangelo ci esorta ad essere vigilanti, perchè la venuta del Signore sarà improvvisa, ci troverà, Gesù, pronti ad accoglierlo?
Cosa significa essere vigilanti?
Certamente non dobbiamo stare con gli occhi alzati verso il cielo ad aspettare, senza fare nulla, ma dobbiamo operare nel mettere in pratica il messaggio del Vangelo.
L’esempio che il vangelo ci porta è quello del ladro che va a scassinare una casa, io penso che ognuno di noi, sapendo che questo avverrà nella propria casa, cercherà di non allontanarsi, si farà trovare pronto per respingerlo, gli impedirà di entrare, chiamerà i carabinieri e la polizia per farsi proteggere sarà vigile per non farsi cogliere di sorpresa
La venuta di Gesù è come la venuta del ladro, improvvisa e imprevista.
Non sappiamo nè il giorno nè l’ora e ci sorprenderà nel pieno delle nostre attività quotidiane, quindi dobbiamo essere vigilanti, essere pronti alla sua venuta, mettendo in pratica la Parola del Vangelo.
Nel testo troviamo scritto che quando verrà, il Signore, se due uomini fanno lo stesso lavoro nei campi, o due donne macinano la mola, uno di loro verrà preso e l’altro lasciato, ciò non vuole dire che Gesù preferisce uno all’altro ma il fatto che uno di loro sarà stato vigile e l’altro no.
Uno di loro avrà operato bene, l’altro no.
Vigilare e operare bene significa fare la volontà del Padre, significa seguire le parole del Vangelo, significa prendersi cura dell’altro, pregare assiduamente, avere fede in Dio e riconoscere la sua presenza nella nostra vita, in modo da poter affrontare tutte le difficoltà che si presentano con calma e serenità. Significa vivere la propria vita sulle orme di Gesù.
Questo modo di vivere l’attesa è un distintivo del cristiano, è questo che lo contraddistingue. Basta dunque vivere un Natale solo per “tradizione”, sentiamolo in noi, andiamo con gioia incontro al Signore che viene.
“Ecco io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
Impegno personale: L’attesa è silenzio ed ascolto! Impegniamoci a saper ascoltare le persone che amiamo, dialogando con tutti senza superbia ma con tanta umiltà, pronti a costruire e mai a distruggere.L’ascolto diventi preghiera quotidiana da recitare da soli e insieme alle persone che amiamo.Chiediamo a San Giuseppe, uomo di preghiera, di proteggere e di custodire le nostre famiglie, perché la preghiera sia al centro delle nostre case, per diventare testimoni di amore e unità tra i fratelli, in un mondo dove spesso prevalgono discordie e divisioni.
2° Domenica di Avvento (IMMACOLATA CONCEZIONE):
8 dicembre 2013
3° Domenica di Avvento
15 Dicembre 2013
In questa terza domenica di Avvento, chiamata GAUDETE cioè della GIOIA, siamo tutti invitati a rallegrarci e a testimoniare agli smarriti di cuore la nostra felicità per il Signore che viene, come ricorda il profeta Isaia nella prima lettura.
Chi vive la vera gioia non si lamenta, ma sopporta e soprattutto è costante come l’agricoltore, ci ricorda l’Apostolo Giacomo nella seconda lettura. Chiediamo al Signore, in questa Eucarestia, di essere, come il Battista, elogiato dal Maestro nel Vangelo per la testimonianza donata, ma esaltato non per la sua grandezza ma per la sua umiltà. San Giuseppe, che ha vissuto umilmente tutta la Sua vita di custode del Signore, ci aiuti a Testimoniare la nostra fede con la gioia di chi ha accolto Cristo, luce per ogni uomo. Amen
Impegno personale: In questa terza settimana di Avvento, impegniamoci ad essere veri testimoni della Gioia che abbiamo sperimentato in questa Eucarestia.
Possano i fratelli che incontriamo, “innamorarsi ed invidiare” la nostra testimonianza e la nostra gioia cristiana. Giuseppe, il Testimone della Giustizia, ci renda apostoli non a parole ma coi fatti e coi comportamenti, pronti a condurre al Signore i tanti lontani che sono tristi perché non hanno ancora incontrato il Principe della Gioia.
4° Domenica di Avvento
22 Dicembre 2013
Oramai il Natale è alle porte e anche il nostro cammino di Avvento è giunto al termine.
Giuseppe, che ci ha accompagnato con l’esempio della Sua Vita in queste domeniche, è il protagonista di questa IV di Avvento. Imitiamo la sua FIDUCIA in Dio, come la ebbe il Re Acaz, che non chiese segni al Signore, come ascolteremo nella prima lettura.
Questa FIDUCIA è fede che nasce dalla grazia e dall’obbedienza alla Parola, come ricorda Paolo nella lettera ai Romani.Viviamo questa Eucarestia, chiedendo a Giuseppe di essere pronti ad abbandonarci con FIDUCIA al Signore, come seppe fare Lui quando accolse Maria, come Sua Sposa, abbandonandosi al progetto divino. Amen.
Impegno personale: Tra pochi giorni vivremo la gioia del Natale questo Dio che si fa Bambino, in queste ore che ci separano da questo incontro col Signore, riviviamo questo periodo di Avvento, con l’ATTESA OPEROSA, ripetendo ogni giorno il nostro ECCOMI, pronti ad essere veri TESTIMONI e vivendo la FIDUCIA totale nel Signore che viene per donarci la GIOIA, la LUCE, la PACE e la SALVEZZA.Se vogliamo incontrare e accogliere il Bambino nella notte e nel giorno di Natale, dobbiamo essere capaci di vivere questi giorni con la purezza nel cuore, che nasce dall’incontrarlo nel Sacramento dell’Amore e del Perdono, cioè nella Riconciliazione o Confessione, sia questo l’impegno da vivere in questi pochi giorni che ci separano dal rivivere il mistero dell’Incarnazione, per cambiare e trasformare la nostra vita e la Storia di questa umanità. AMEN.