di Redazione
Due vetrate di Americo Corallini
Gabriella Pizzi Vincenti ci ha fornito notizie documentate sulla vetrata del Sacro Cuore che ha fatto da copertina alla rivista del mese di giugno. La vetrata rotonda si trova nella cripta del Santuario, ed è posta sulla tomba dell’indimenticato parroco don Antonio Gavinelli. Raffigura un giovane e dolcissimo Sacro Cuore, contornato dalla didascalia “Sacratissimum Cor Domini Nostri Jesu Christi”, ed è opera di Americo Corallini dello Studio Fenice in Bologna.
Fu eseguita nel 1995 su disegno dello stesso Maestro, dopo i lavori effettuati dal 1986 al 1989 per restaurare le vetrate dell’abside e dal 1993 al 1995 per le vetrate delle cappelle laterali e delle bifore sovrastanti i matronei laterali.
Dello stesso autore, Americo Corallini, possediamo una vetrata raffigurante il Sacro Cuore, ispirata al classico disegno devozionale realizzato dal Batoni nel 1760, che ora si trova incastonata nella porta dell’ufficio che fu lo studio del parroco don Giuseppe Boldetti che aveva commissionato i suddetti restauri.
Lo stesso autore la donò alla parrocchia a conclusione dei lavori, com’è uso fare da parte degli artisti ai committenti.
Americo Corallini vanta grande professionalità che ha profuso in un’importante serie di lavori di restauro, ultimi dei quali le vetrate in Santa Croce a Firenze.
Qualche notizia sul Corallini
Dopo gli studi universitari, Americo Corallini frequenta lo studio Moretti di Perugia, che produce e restaura vetrate artistiche fin dall’Ottocento. È qui che subisce il fascino del colore e della luce del vetro e decide di intraprendere questa professione. Dal 1983, con Valeria Bertuzzi, avvia a Bologna, presso l’ex oratorio di San Pietro Martire, un proprio laboratorio di progettazione e restauro di vetrate con l'intento di continuare la tradizione dei vetraisti di epoca medioevale, ovvero l'arte di realizzare vetrate legate a piombo con pittura a grisaglia e con smalti policromi dipinti e cotti a fuoco. L’attività di studioso e ricercatore lo ha portato a realizzare pubblicazioni specialistiche nel settore e a divenire esperto conoscitore nella ricostruzione storica e stilistica del dipinto nelle vetrate antiche.
Il ritrovamento della Sant’Anna del Nardi
Ancora una parola sul grande pittore Antonio Maria Nardi che ha lasciato una impronta significativa nel nostro Santuario.
Nel Bollettino del Sacro Cuore del giugno 1937 troviamo la riproduzione in bianco e nero di due grandi tavole di Antonio Maria Nardi, dipinte su legno (cm 210 x 52,5): una dedicata a Sant’Anna che presenta al tempio la piccola Maria, l’altra raffigura la Madonna Addolorata che regge una corona di spine mentre alle sue spalle si intravvede la croce.
La didascalia scritta da Don Antonio Gavinelli nel Bollettino dice: «I due quadri che debbono sostituire le statue della Addolorata e di S. Anna. Sono opera del pittore Nardi».
Queste due tavole furono collocate nella Cappella attualmente dedicata a San Giuseppe, che è la prima a destra entrando in chiesa, come ci testimonia il Canonico Don Angelo Raule che sul medesimo Bollettino del giugno 1937 scrive: «Questi quadri, molto opportunamente, sostituiscono le statue che erano nelle cappelline che si aprono di qua e di là delle porte laterali, grandi nicchie più che cappelle, dove ora sono stati collocati i confessionali».
Dopo il bombardamento alleato del 25 settembre 1943 che fece crollare quasi interamente la facciata le due tavole furono danneggiate e rimosse. Non se ne parlò per molto tempo e infine furono date per perse.
Ultimamente il Parroco, Don Antonio Rota, ha esplorato ogni spazio o ripostiglio esistente nel Santuario e in una specie di magazzino, in alto nel matroneo di sinistra sopra l’altare ha ritrovato una delle due tavole, quella di Sant’Anna. Opportunamente ripulita dalla Prof.sa Beatrice Miserocchi ora sarà nuovamente collocata nel Tempio.
È un’opera di grande pregio che rivela l’intensa spiritualità del Nardi e la sua capacità di dominare perfettamente le tecniche pittoriche nel darci un quadro di grande luce in un perfetto equilibrio cromatico tra la luce sfolgorante della giovanissima Maria Bambina e il colore profondo di Sant’Anna.
A questa tavola abbiamo dedicato la copertina, mentre qui a lato riproduciamo la fotografia in bianco e nero della Madonna Addolorata. Questa fotografia, scattata al momento dell’esecuzione dell’opera, ci è stata gentilmente fornita da Andrea Fausto Nardi, figlio del grande pittore.