di Giovanni Semeria (To) - B.S.
Basta questa fotografia
Io faccio parte di coloro che pensano che Internet non sia del tutto cattivo.
Certi messaggi arrivano al cuore e fanno pensare.
Questa fotografia mi ha scosso.
È papa Francesco che lava i piedi di una donna e poi (credo) al bambino che ha in braccio.
Questa immagine è di una ricchezza infinita.
Non è solo una cerimonia in ricordo della lavanda dei piedi fatta da Gesù.
È l’incontro reale tra due persone.
Ci vuole confidenza e fiducia.
I piedi si presentano come siamo noi, rugosi, stanchi, spesso tesi.
Non possiamo barare con chi ci lava i piedi.
La fede allora non è più un progetto, un’idea, una cosa intellettuale, ma uno slancio di vita tra due esseri incarnati.
E condivido quello che ha scritto un commentatore: «Non si tratta di cambiare parole d’ordine, aggiungere qualche citazione sulla “povertà” o sulle “periferie”, o magari cambiare la scaletta degli argomenti nei frequenti interventi pubblici.
Non basta il copia incolla per risultare in sintonia.
È come se il Papa chiedesse a tutti una rivoluzione copernicana, o meglio e più semplicemente, una
vera “conversione”.
Sono quasi tre mesi che il vescovo di Roma pescato “dalla fine del mondo” sta mostrando con il suo esempio come intenda il compito di un pastore.
Nessuna formalità, nessun distacco, prediche semplici e profonde, che la gente capisce e apprezza.
E quando vedi Francesco farsi inghiottire ogni mercoledì dai gorghi della folla in piazza San Pietro, rimanendovi volentieri immerso per ore come se non avesse null’altro da fare,
capisci che cosa significa per lui essere “vicino” alle persone».
Giovanni Semeria - Torino