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Pasil (Cebu - Filippine): l'Oratorio dell'Ave Maria

di Natale Maffioli - Bollettino Salesiano

"Sa Ngalan Sa Amahan, Ug Sa Anak, Ug Sa Espiritu Santo Amen. Maghimaya ka Maria Napunoka sa grasyaAng Ginoong Dios anaa kanimo...” (“Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo Amen. Ave Maria piena di grazia il Signore è con te….”).
È proprio l’inizio del rosario e non siamo in una chiesa ma nel cortile dell’oratorio salesiano di Pasil, un quartiere affacciato sul mare della città filippina di Cebu.

Ad un cenno dell’assistente tutti i ragazzi, come per incanto, smettono i loro giochi, si incolonnano di fronte ad una statua di Maria Ausiliatrice, tirano fuori dalle saccocce la corona del rosario e cominciano a pregare, naturalmente in cebuano.

L’oratorio salesiano di Pasil è al centro del quartiere più povero della città e sta a Cebu come il quartiere di Tondo sta a Manila.
Per arrivarci bisogna percorrere una strada sgangherata, di ampiezza diseguale, con buche così profonde che un’automobile corre il rischio di affossarsi e non uscirne più; entrando nel quartiere si è immediatamente immersi in una realtà palpitante di vita dove le pulsazioni sono date dai bambini e dai giovani, una infinità di bambini, ragazzi e ragazze che giocano spensierati sulle porte di casa o in mezzo alla strada con un niente.
E quella dell’allegria è una caratteristica dei loro gesti e compare sui loro volti: a loro, come a tutti i ragazzi del mondo, piace giocare e divertirsi; le giornate e le feste dell’oratorio sono segnate dall’allegria.

L’oratorio è ampio, caratterizzato da un grande cortile coperto da una struttura in tralicci di ferro e lamiere, affiancato da una costruzione in muratura utilizzata dalla scuola; una piccola comunità salesiana offre ogni giorno ai giovani di Pasil assistenza e cultura non solo nell’oratorio ma anche nella parrocchia e nel centro di formazione al lavoro.

Una risposta alle preghiere
La città di Cebu, è il capoluogo dell’omonima isola, incuneata tra le isole di Negros e di Bohol, ha una tradizione storica di tutto rispetto; fu il luogo dove Ferdinando Magellano, nel suo vagare per l’oceano Pacifico, approdò nel 1521, toccando per la prima volta l’arcipelago delle Filippine.
Qui si conserva la croce che Magellano piantò appena sbarcato e davanti alla quale fu celebrata la prima S. Messa ‘filippina’ e anche la piccola statua del Santo Bambino Gesù che lo stesso Capitano aveva portato dalla Spagna e aveva donato alla principessa Juana; da secoli il piccolo Gesù è il patrono della città di Cebu e, forse, l’immagine più venerata delle Filippine.

Probabilmente questa storia interessa poco ai ragazzi di Pasil, che hanno, come tutti i giovani del mondo, dei sogni e continuano a pregare la Madonna perché si avverino.
Forse vorrebbero una storia meno dura per loro e, vista la situazione di precarietà in cui vivono, verrebbe voglia di dire: ma la Vergine è sorda alle loro preghiere? No! Non è sorda, e i salesiani sono una risposta, anche se sommessa, alle loro preghiere!
Purtroppo quella di Pasil non è una situazione che si possa risolvere facilmente; i salesiani questo lo sanno e spendono le loro energie per il futuro dei giovani.
A Pasil, come in tutto il mondo, la formazione delle nuove generazioni è l’unica speranza: si parte dal loro vissuto e li si aiuta nel prendere consapevolezza della loro dignità.

Ci sono però delle urgenze materiali: l’oratorio necessita di una nuova copertura del cortile, quella vecchia se la sta portando via l’aria salsa dell’oceano; i salesiani hanno bisogno di soldi, ma non è facile trovarli.

Chissà che la lunga e continua serie delle ‘Ave Maria’ non spalanchi gli orecchi di tante persone alle esigenze dell’Oratorio di Pasil.
Forse la Vergine saprà trarre dalle loro preghiere, che apparentemente sembrano inascoltate, un pensiero generoso per assicurare a quei giovani un luogo, coperto e protetto dai monsoni, dove giocare e stare allegri.