di Don Pierluigi Cameroni SDB
Alla luce della Strenna del Rettor Maggiore per l’anno 2012 che dice: “Il primo anno del triennio di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco è tutto centrato sulla conoscenza della sua storia. Dobbiamo studiarlo e, attraverso le vicende della sua vita, dobbiamo conoscerlo come educatore e pastore, fondatore, guida, come legislatore. Si tratta di una conoscenza che conduce all’amore e all’imitazione”. Come Associazione di Maria Ausiliatrice ci impegniamo ad approfondire il seguente tema: Maria Ausiliatrice nella vita e nella storia di Don Bosco
Dal punto di vista storico il titolo e la devozione all’Ausiliatrice nella vita di don Bosco si imposero in forma graduale. Alcuni indizi: la cappella con altare e statua dedicata all’Ausiliatrice nella chiesa di San Francesco di Paola a Torino, dove il Cafasso mandò don Bosco ad esercitare il suo primo ministero sacerdotale. In un calendario del 1848, appeso nella stanza di don Bosco, erano riprodotte 5 immagini della Vergine; una di essa portava la seguente scritta: “O Vergine Immacolata, tu che sola portasti vittoria di tutte le eresie vieni in nostro aiuto, noi di cuore ricorriamo a te: Auxilium Christianorum ora pro nobis”. Ma è soprattutto nel clima che l’Italia vive tra gli anni 1848 e 1870 (presa di Roma) che don Bosco matura la devozione verso l’Ausiliatrice. Sono anni segnati da drammatici avvenimenti, che turbano profondamente l’animo di tanti cattolici: le leggi anticlericali, la diffusione del protestantesimo, la questione romana, l’assenza dei vescovi in molte diocesi. In tali difficoltà e prove la Chiesa si rivolge a Maria come Aiuto e Presidio.
In particolare nel maggio del 1862 don Bosco racconta il famoso sogno delle due colonne, dove viene descritta la lotta della chiesa nel mare del mondo e solo l’ancoraggio alle colonne dell’Immacolata - Ausiliatrice e dell’eucaristia è fonte di salvezza per la chiesa e per il papato. Altro fatto decisivo furono le apparizioni della Madonna a Spoleto, città situata nel centro Italia e appartenente allo Stato pontificio, che ebbero vasta eco e furono interpretate come segno del potente aiuto di Maria nelle vicende tormentose della chiesa in Italia. Dal Piemonte, allora lontano e diviso da barriere politiche, Don Bosco volse lo sguardo lungimirante alla Madonna della Stella che l’arcivescovo di Spoleto, Mons. Arnaldi, aveva battezzato con il glorioso titolo di Auxilium Christianorum l'8 maggio 1862. Don Bosco ne dava l'annuncio il 24 maggio 1862 nella "Buona notte", come si legge nelle Memorie Biografiche: "Don Bosco annunzia alla sera con grande contentezza la prodigiosa manifestazione di una immagine di Maria avvenuta nelle vicinanze di Spoleto". L'8 dicembre 1862 Don Bosco dichiara al chierico Cagliero, poi cardinale, il motivo della sua devozione alla Madonna sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: "Sinora abbiamo celebrato con solennità e pompa la festa dell'Immacolata, ed in questo giorno si sono incominciate le prime opere degli Oratori Festivi. Ma la Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi sono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine SS. ci aiuti a conservare la fede cristiana". Nella "Buona notte" dell'11 gennaio 1865, Don Bosco diceva: "a Spoleto l'immagine della Madonna fa continuamente strepitosi miracoli. E' singolare, formando quasi un acrostico, che si può far risultare da ciascuna lettera della parola latina SPOLETUM: S: sancta; P: parens; O: onnipotentis; L: legiferi; E: et; T: totius; U: universi; M: mater; ovvero: et tutrix universi Maria (Santa Genitrice dell'Onnipotente Legislatore e Madre di tutto l'Universo; ovvero Maria Tutrice dell'Universo). Ciò indica lo stesso titolo di Maria Auxilium Christianorum".
Don Bosco approdò pertanto definitivamente al culto di Maria Ausiliatrice nel 1862, anno in cui si avvierà anche la progettazione della chiesa di Maria Ausiliatrice. Commentando tale orientamento, don Egidio Viganò scriveva: “Questa rimarrà la scelta mariana definitiva: il punto di approdo di una incessante crescita vocazionale e il centro di espansione del suo carisma di Fondatore. Nell’Ausiliatrice don Bosco riconosce finalmente delineato il volto della Signora che ha dato inizio alla sua vocazione e ne è stata e ne sarà sempre l’Ispiratrice e la Maestra” (Maria rinnova la Famiglia salesiana p.17). Questo punto di arrivo è anche un punto di partenza: siamo negli ultimi 25 anni della vita di don Bosco; gli anni della sua piena maturità umana e spirituale; gli anni che coincidono con l’affermazione e la sistemazione definitiva della Congregazione, con la sua espansione mondiale e missionaria; gli anni in cui il santo di Valdocco si sente inserito nell’attualità, spesso drammatica, della chiesa e della nuova situazione italiana, come sacerdote e come educatore. Questo periodo è segnato dalla presenza sempre più viva e sperimentata di Maria come Ausiliatrice, dei singoli e della comunità cristiana.
Circa la consapevolezza teologica e storica dell’attualità del titolo di “Maria Auxilium christianorum” ci è di grande aiuto l’opuscolo “Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice”, del 1868, da cui riportiamo alcuni passaggi significativi: “Il titolo di Auxilium Christianorum attribuito all'augusta Madre del Salvatore non è cosa nuova nella Chiesa di Gesù Cristo. Negli stessi libri santi dell'antico testamento Maria è chiamata Regina che sta alla destra del suo Divin Figliuolo vestita in oro e circondata di varietà. Adstitit Regina a dextris tuis in vestitu deaurato, circumdata varietate: salmo 44. Questo manto indorato e circondato di varietà sono altrettante gemme e diamanti, ovvero titoli con cui si suole appellare Maria. Quando pertanto chiamiamo la Santa Vergine aiuto dei cristiani, non è altro che nominare un titolo speciale, che a Maria conviene come diamante sopra i suoi abiti indorati. In questo senso Maria fu salutata aiuto dei cristiani fino dai primi tempi del Cristianesimo.
Una ragione per altro tutta speciale per cui la Chiesa vuole negli ultimi tempi segnalare il titolo di Auxilium Christianorum è quello che adduce Monsignor Parisis colle parole seguenti: «Quasi sempre quando il genere umano si è trovato in crisi straordinarie, fu fatto degno, per uscirne, di riconoscere e benedire una nuova perfezione in questa ammirabile creatura, Maria SS. che quaggiù è il più magnifico riflesso delle perfezioni del Creatore» (Nicolas, pagina 121). Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare. Queste cose sono sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona. Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. È assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo Capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli. Ed è appunto per meritarsi una speciale protezione del Cielo che si ricorre a Maria, come Madre comune, come speciale ausiliatrice dei Re, e dei popoli cattolici, come cattolici di tutto il mondo!”.
Poco più avanti nello stesso libretto Don Bosco attingendo a fonti autorevoli non esiterà a scrivere: “Un' esperienza di diciotto secoli ci fa vedere in modo luminosissimo che Maria ha continuato dal cielo e col più gran successo la missione di madre della Chiesa ed ausiliatrice dei cristiani che aveva incominciato sulla terra”.
Siamo devoti a Maria Ausiliatrice! Facciamoci un vanto di professare una tale devozione! Faremo parte di quei cristiani veramente buoni previsti da Don Bosco. Il ricorso a Maria Ausiliatrice, scriveva nel 1887, va aumentando ogni dì tra il popolo fedele e porge motivo a pronunciare che “tempo verrà, in cui ogni buon cristiano, insieme con la devozione al SS. Sacramento e al Sacro Cuore di Gesù, si farà un vanto di professare una devozione tenerissima a Maria Ausiliatrice”. (Continua ..)