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Maria è l'Ausiliatrice dei Cristiani

di Don Roberto Carelli

          Fra le più antiche preghiere dedicate alla Vergine vi è il noto Sub tuum presidium (III secolo), che don Bosco faceva pregare comunemente riferendola immediatamente all’AusiliatriceSotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine, gloriosa e benedetta.

          L’Ausiliatrice è colei che difende maternamente la Chiesa e i cristiani dal nemico con quella sollecitudine e quel vigore che fanno di lei la donna splendida e terribile del Cantico dei Cantici: Chi è costei che s’avanza come l’aurora, bella come la luna, eletta come il sole, tremenda come esercito schierato? (Ct 6,9).

          Cosa notevole: Dio ha posto la difesa dei suoi figli sotto il segno della Donna. Notevole ma anche comprensibile: la potenza di Dio sta nell’ordine dell’amore, e l’amore nell’ordine dell’umiltà. Per questo Dio ha posto inimicizia fra la Donna e il serpente, e sarà lei che gli «schiaccerà il capo» (Gn 3,15). Il popolo di Dio si rivolge a Maria con piena fiducia, ben espressa nelle orazioni di Colletta dell’Ausiliatrice: Dio, che in Maria, Madre del tuo Figlio, hai posto il segno della nostra difesa e del nostro aiuto, concedi al popolo cristiano di vivere sempre sotto la sua protezione e di godere di una pace indefettibile; Fa’ o Signore che la tua Chiesa abbia sempre la forza di superare con la pazienza e vincere con l’amore tutte le prove interne ed esterne, perché possa svelare al mondo il mistero di Cristo.

          Affidarsi all’Ausiliatrice è il modo migliore per accrescere l’intelligenza spirituale e il coraggio testimoniale dei veri discepoli del Signore, secondo quanto è detto nel Vangelo da Gesù buon Pastore e secondo quanto osserva acutamente Grignion de Montfort circa i figli di Maria: Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l’una tra Maria e il demonio, l’altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odii segreti tra i veri figli e servi della Vergine santa e i figli e schiavi del demonio. Non si amano tra loro, non c’è intesa tra loro! [1]

1. L’Ausiliatrice come educatrice della fede

          L’Ausiliatrice è riconosciuta dalla Chiesa come la Madonna dei tempi difficili, i tempi in cui la Chiesa è attaccata come tale, in cui i cristiani sono perseguitati perché cristiani, perché parlano con franchezza di Dio, perché testimoniano che Gesù è il Signore, perché contestano le idee correnti diventando un segno di contraddizione. La missione materna della Vergine spinge il Popolo di Dio a rivolgersi con filiale fiducia a colei che è sempre pronta ad esaudirlo con affetto di Madre e con efficace soccorso di Ausiliatrice. Esso, pertanto, è solito invocarla come Consolatrice degli afflitti, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, per avere conforto nella tribolazione, sollievo nella malattia, forza liberatrice nella colpa; perché ella, che è libera dal peccato, a questo conduce i suoi figli: a debellare con energica risoluzione il peccato. E tale liberazione dal peccato e dal male (cfr Mt 6,13) è – occorre riaffermarlo – la premessa necessaria per ogni rinnovamento del costume cristiano (MC 57).

          Ci è chiesto di credere fermamente alla presenza e al soccorso dell’Ausiliatrice: è un dono di consolazione e di conforto, di protezione e di incoraggiamento che viene da Dio! Nella preghiera eucaristica della Messa di Maria Ausiliatrice si dice così: Tu hai dato l'Immacolata Vergine Maria, madre del tuo Figlio, come ausiliatrice e madre al popolo cristiano, perché affronti intrepido il buon combattimento della fede, e saldamente ancorato all'insegnamento degli Apostoli, proceda sicuro fra le tempeste del mondo, fino a raggiungere la perfetta gioia nella patria celeste.

          Don Bosco aveva compreso già ai suoi tempi ciò che oggi vediamo con più chiarezza, e cioè che le forze del male, attraverso la diffusione di opinioni erronee e di pratiche irreligiose, soprattutto attraverso le dittature prima del razionalismo e ora del relativismo, stanno sferrando un attacco diretto e inedito alla Chiesa e ai capisaldi della fede, di fronte al quale i singoli credenti si trovano indifesi. Il pensiero di don Bosco è che la prima azione dell’Ausiliatrice di fronte a questa ondata di secolarismo sta anzitutto nel difendere i diritti di Dio, nel proteggere la Chiesa, nel promuovere l’autenticità della dottrina di fede e custodire la purezza dei cuori cristiani. Il che è oggi ancora più necessario e urgente di ieri. Ché altrimenti si snaturano anche le opere di carità.

          Si consideri la profonda analogia fra le parole di don Bosco e il recentissimo intervento di Mons. Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace, in difesa del Papa: Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare. Queste cose sono sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona. Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. È assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo Capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli… La Santa Vergine ci aiuti tutti a vivere attaccati alla dottrina ed alla fede, di cui è capo il Romano Pontefice vicario di Gesù Cristo, e ci ottenga la grazia di perseverare nel santo divino servizio in terra per poterla poi un giorno raggiungere nel regno della gloria in cielo[2].

          Alle persecuzioni nei confronti di tanti cristiani, crocifissi in senso letterale in varie parti del mondo, ai molteplici tentativi di sradicare il cristianesimo nelle società un tempo cristiane con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume in maniera inaudita, si aggiunge ormai da tempo un accanimento contro questo Papa, Benedetto XVI, la cui grandezza provvidenziale è davanti agli occhi di tutti. A questi attacchi fanno tristemente eco quanti non ascoltano il Papa anche tra ecclesiastici, professori di teologia, sacerdoti e laici. Questi non accusano apertamente il Pontefice, ma mettono la sordina ai suoi insegnamenti, non leggono i documenti del suo magistero, scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice, danno vita ad iniziative pastorali e culturali in aperta divergenza con quanto egli insegna. La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il Papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse, quasi espressione di due chiese diverse, procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli[3].

2. L’Ausiliatrice come educatrice della grazia

          Il dono di Maria Ausiliatrice porta con sé un’eredità educativa, «il delicatissimo impegno di essere “educatori della Grazia”, ossia di saper annunciare e far crescere nel mistero di Cristo e della vita nel suo Spirito i giovani di oggi»[4]. In effetti la sensibilità salesiana, ispirata alla dolcezza e alla forza dell’Ausiliatrice, conduce a vivere e ad approfondire una spiritualità e una pedagogia preventiva, caratterizzata da una duplice attenzione: da una parte alla forza del bene e alla bontà dell’uomo, d’altra parte alla fragilità del bene e alla debolezza dell’uomo.

          In primo luogo, Maria ci è Ausiliatrice anzitutto perché è stata e sarà sempre, anche come Madre e Regina, la creatura più umile, tutta dimentica di sé e tutta attenta a Dio! Senza umiltà né si sopportano le croci né c’è spazio per la gioia: chi non è umile è preoccupato di sé, del proprio successo e dell’altrui giudizio, delle proprie colpe e della propria santità. Senza umiltà non c’è carità: l’anima non si occupa totalmente di Dio, non desidera la volontà di Dio più di ogni altra cosa, non ha coraggio nel vivere la missione ricevuta da Dio. Senza umiltà manca quella spensieratezza, quella franchezza e quell’energia che sono necessarie per servire il Signore, e che splendono esemplarmente nella vita dei santi e nella fecondità delle loro opere. Grignion de Montfort spiega che Maria aiuta a percorrere tutti i gradi dell’umiltà: L’umile Vergine ti renderà partecipe della sua umiltà profonda, per cui ti disprezzerai, non disprezzerai nessuno e amerai d’essere disprezzato[5].

          In secondo luogo, l’Ausiliatrice fa di tutto per farci crescere in una fede viva e vera, ferma e operosa. Dio solo sa quanto sia minacciata la fede dei giovani, quali insidiosissimi ostacoli vengano loro posti innanzi, quanta angustia e impotenza vivano i genitori e gli educatori. Sempre secondo il Monfortano: La Vergine santa ti renderà partecipe della sua fede: una fede che vinse, quaggiù, quella dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli e dei santi… una fede pura, per cui non ti preoccupi molto di quanto è sensibile e straordinario. Una fede viva e animata dalla carità, che ti fa agire solo per il motivo del puro amore. Una fede ferma e incrollabile come roccia che ti fa rimanere fermo e costante in mezzo ad uragani e burrasche. Una fede operosa e penetrante che, come misteriosa polivalente chiave, ti permette di entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi dell’uomo e nel cuore di Dio stesso. Una fede coraggiosa che ti fa intraprendere e condurre a termine senza esitazioni cose grandi per Dio e per la salvezza delle anime [6].

          In terzo luogo, Maria è Ausiliatrice perché ci soccorre in ogni nostra necessità con cuore di Madre: comprende ciò che portiamo in cuore, conosce il nostro vero bene, viene attivamente in nostro soccorso. C’è una pagina di padre Livio Fanzaga molto incoraggiante: Non comprenderemo la maternità di Maria nei nostri confronti se non ricorressimo a lei nel momento della prova. Qualunque essa sia, lei ci attende per confortarci, per incoraggiarci e soprattutto per aiutarci a portare il peso senza rimanerne sopraffatti. Coloro che si affidano a Maria non camminano da soli lungo le strade impervie della vita. La Madre ci accompagna tenendoci per mano. I nostri problemi, le nostre angosce, le nostre difficoltà e le nostre paure le appartengono. Tutto ciò che è nostro la riguarda direttamente e se lo prende a cuore. Questa premura materna non dovrebbe affatto meravigliare, se avessimo nella Madonna la fiducia incondizionata che lei desidera dai figli. Purtroppo, pochi hanno questo atteggiamento di abbandono filiale e, anziché presentare alla Madre le proprie afflizioni, le trattengono, crogiolandosi fino alla disperazione.

          Praticare l’affidamento significa imparare la difficile arte di mettere sul cuore della Madonna tutto ciò che preoccupa e affligge. Nulla deve essere escluso. Affidiamo a lei i problemi, le difficoltà, i timori e tutte le croci. Non tralasciamo neppure i piccoli fastidi di ogni giorno che reputiamo di poter risolvere da soli. Affidiamo al suo cuore anche le preoccupazioni materiali del quotidiano, poiché la Madre di tutto si fa carico. Non vergogniamoci di confidarle ogni cruccio: la Madonna ascolta e capisce come nessun’altra madre potrebbe. Nel momento stesso in cui si riesce ad affidare a Maria una croce, ci si rende conto di sentirsi più sollevati; che il peso non è più così schiacciante poiché uno spiraglio di speranza ha fatto breccia dove prima era solo tenebra…[7].

          In quarto luogo, l’Ausiliatrice ci aiuta come nessun altra creatura a riportare vittoria su ogni tentazione, là dove la nostra inesperienza, ingenuità, fragilità e capricciosità è più grande, e dove c’è bisogno prima di tutto di una Madre accorta e protettiva. Grignion de Montfort dice giustamente che La nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata è Maria, la sua santa Madre. Fin dal paradiso terrestre – quantunque ella non fosse ancora che nella sua mente – il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell’antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell’empio orgoglioso, che il demonio la teme, non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in un certo qual senso, più di Dio stesso[8].

          Per vincere le tentazioni ci vuole la grazia, ma per ottenere la grazia ci vuole l’aiuto di Maria. Le tentazioni sono talmente insidiose, che spesso non ce ne rendiamo conto e difficilmente sappiamo come affrontarle: si presentano in forme spicciole, solitamente in forma di bene, ma puntano dritte al nostro male, alla nostra rovina eterna. Perciò, spiega padre Livio Fanzaga, Quando la tentazione infuria, non resta che invocare Maria, se si vuole non rimanere travolti. La Madre amorevole corre sollecita in aiuto, ottenendo dal cuore di Gesù le grazie di cui si ha bisogno per uscire vittoriosi. Lei conosce meglio di noi la gravità della situazione e la malvagità di colui che ci sta adescando con le sue lusinghe. Ogni tentazione ha un’intensità e una durata, che non è mai superiore alle nostre forze e alle grazie che Dio concede per superarla. In questo arco di tempo che gli è accordato, satana cerca di spingerci alla resa, facendo credere che è impossibile resistere al male. La sua capacità di suggestione è tale che facilmente getteremmo la spugna se non avessimo un forte appiglio a cui aggrapparci… Se ci si affida alla Madonna, lei ci aiuta a evitare le tentazioni, oppure ad affrontarle non da soldato ignaro che sta per cadere in un’imboscata, ma da combattente coraggioso che ha scoperto il nemico. Maria, infatti, vede per tempo le insidie che il serpente si appresta a tendere e, a nostra insaputa, ci prepara spiritualmente, sollecitandoci alla preghiera, infondendo la luce del discernimento e la forza della decisione[9].

          Infine, l’Ausiliatrice ci aiuta ad affrontare cristianamente il momento decisivo della morte, dove il nostro bisogno di aiuto, conforto e protezione è più grande. Invocata innumerevoli volte, tante quante sono le Ave Maria che abbiamo pregato nel corso della nostra vita, ella sarà certamente presente in quell’ora. Tutti i grandi maestri spirituali hanno insegnato a vivere nella prospettiva della morte come incontro con il Signore. E don Bosco faceva vivere i ritiri spirituali ai suoi ragazzi come “esercizi della buona morte”. Per il cristiano, la morte non va esorcizzata, va preparata, e l’affidamento a Maria fa parte di questa preparazione.