La nascita di Cristo ci rende "Fratelli tutti"
È difficile fare gli auguri "cristiani" per un "santo" Natale mentre la gente, immersa nella pandemia, vive nell'incertezza e per molti nella mancanza del necessario. Papa Francesco nell'Enciclica Fratelli tutti ci invita a non guardare dall'altra parte, ma a fermarci, come il buon samaritano, e a farci carico del fratello o della sorella sofferente: «La risposta dei cristiani nelle tempeste della vita e della storia non può che essere la misericordia, l’amore compassionevole tra di noi e verso tutti, specialmente verso chi soffre, chi fa più fatica, chi è abbandonato... Non pietismo, non assistenzialismo, ma compassione, che viene dal cuore».
Ci invita anche ad un esame di coscienza: «Il fatto di credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace. Una persona di fede può non essere fedele a tutto ciò la fede stessa esige, e tuttavia può sentirsi vicina a Dio e ritenersi più degna degli altri». E subito ci suggerisce un criterio di autenticità: «Ci sono invece dei modi di vivere la fede che favoriscono l’apertura del cuore ai fratelli, e quella sarà la garanzia di un’autentica apertura a Dio».
Anche oggi l'incarnazione del Verbo che entra nella storia e ne assume tutte le contraddizioni è un messaggio autorevole che ci invita alla speranza, a metterci in movimento, come il buon samaritano, come i pastori, senza lasciarci paralizzare da quello che sta succedendo. Papa Francesco esplicita: «Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti».
Questi dunque gli auguri: apertura di cuore verso la gente che soffre e alimentare la speranza in comunione d'amore con il Signore Gesù che nasce per noi. Facciamo nostra la preghiera che conclude l'enciclica: Preghiera al Creatore Signore e Padre dell’umanità, che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità, infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno. Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace. Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno, senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre. Il nostro cuore si apra a tutti i popoli e le nazioni della terra, per riconoscere il bene e la bellezza che hai seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni, di speranze condivise. Amen. Restiamo uniti nella preghiera, in comunione con la "rete delle persone che pregano le une per le altre" che ogni mattina alle ore 8,00 ci unisce attorno a Gesù Eucaristia.
Don Ferdinando Colombo
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