Newsletter Sacro Cuore n. 8/2015 - Bologna - 01.08.2015
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Caro amico, cara amica,

            Il mese di agosto è indissolubilmente legato a Maria Assunta in cielo, una delle feste più importanti della nostra vita cristiana. Attualmente nel nostro mondo occidentale è tempo di "ferie" e la festa di Maria rischia di essere oscurata dal clima dispersivo di vacanza e disimpegno, tanto che ci scambiamo laicamente l'augurio di "buon ferragosto" anziché "buona festa dell'Assunta".

 

L'assunzione al cielo di Maria, persona completa con il suo corpo, costituisce l'esempio perfetto della pienezza di vita a cui tutti siamo chiamati, dopo la nostra morte.

Nel nostro pellegrinaggio terreno possiamo essere feriti dal peccato, ma molto di più siamo rinnovati dai doni sacramentali. Così ci prepariamo alla trasfigurazione finale quando «tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d'incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d'immortalità» come dice San Paolo ai cristiani di Roma. 

 

            Ma un secondo avvenimento, quest'anno si intreccia armoniosamente con l'Assunta: tutti coloro che si sentono parte della grande Famiglia Salesiana, ringraziano il Signore perché proprio duecento anni fa nasceva don Bosco.

Lui, fervoroso devoto di Maria, amava dire che la data della sua nascita è proprio il 15 agosto anche se sul registro dei battesimi figura al 16 agosto 1815.

 

            Tra la potente intercessione dell'Assunta e la generosa donazione al servizio dei giovani di don Bosco ci sono legami sostanziali che fanno di Maria la "madre e maestra" che l'ha guidato in tutte le sue scelte. Lui stesso nell'ultimo anno di vita attribuiva il merito esclusivo di tutte le sue realizzazioni a Maria: «É Lei che ha fatto tutto».

 

            Per questo don Bosco ha insegnato al mondo intero ad onorare Maria con il titolo di Ausiliatrice: colei che aiuta ciascuno di noi perché possiamo arrivare in paradiso con Lei.

Aiuta e sostiene la nave della Chiesa, sballottata dalle ideologie atee.

Aiuta e guida i giovani, come buona mamma, a diventare persone adulte ricche di fede, di onesta laboriosità, di forte testimonianza sociale: «buoni cristiani e onesti cittadini».

 

            Don Bosco ha lasciato due segni storici di questa devozione: il Santuario di Maria Ausiliatrice a Torino dove, il 21 giugno scorso, Papa Francesco si è inginocchiato in preghiera; ma soprattutto la Congregazione delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice: una Congregazione di donne credenti che nel nome di Maria aiutano le giovani di tutto il mondo a vivere con dignità umana e cristiana.

 

A duecento anni dalla nascita di don Bosco, preghiamo così:

 

Ringraziamo Dio Padre per averci donato don Bosco,

Padre e Maestro dei giovani,

che lavorò con instancabile zelo,

sotto la guida della Vergine Maria,

per il bene della Chiesa.

 

Chiediamo a Maria Assunta

di accendere nel nostro cuore

la stessa passione educativa di don Bosco,

che spinga anche noi a spendere la vita

per la formazione umana e cristiana dei giovani.

                                 Don Ferdinando Colombo

  

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